Parlato, stile e concretezza. Questo Savoia è soprattutto suo e del suo staff

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Tra i principali fautori del brillante campionato che sta disputando il Savoia c’è sicuramente mister Carmine Parlato al quale, nel consueto appuntamento del martedì “Parla Parlato” abbiamo rivolto alcune domande sul “momento” che sta vivendo la sua squadra.

La prima, in effetti, più che una domanda è una costatazione.

Dall’inizio della stagione, mai una dichiarazione fuori posto, mai un’uscita sopra le righe e nonostante le tante polemiche che stanno, purtroppo, accompagnando il campionato da diverse giornate, Parlato ha sempre risposto solo con il lavoro e con il campo. Complimenti per come riesce a gestire la situazione e, soprattutto, per come riesce a mantenere alta la concentrazione dei suoi calciatori. 

“Grazie mille. Caratteristiche personali ed esperienza mi aiutano in questo. Meglio che una testa si adegui a 25 oppure il contrario?! Poi è giusto che il sottoscritto si confronti, individualmente, con i calciatori in rosa”.

Al netto di successive smentite, ogni qualvolta abbiamo intervistato allenatori di altre compagini del girone, quasi tutti sono stati concordi nel riconoscere al Savoia di giocare il miglior calcio. Qual è il suo parere in merito?

“Credo che sia molto importante per me che tutto il collettivo giochi con concentrazione nelle due fasi di gioco, in quanto ognuno ha un compito individuale da svolgere e che il blocco squadra si muova insieme. Discorso valido sia nel gioco che sulle palle inattive”.

Mancano 12 giornate alla fine del campionato, il Savoia rincorre dalla prima e, si sa, per chi è costretto ad inseguire, è importante gestire bene l’aspetto psicologico. Come sta preparando lo sprint finale?

”Pensiamo, esclusivamente, alla prossima gara contro il Roccella. Non sprechiamo energie inutili”.

Sulle tante ammonizioni scaturite in seguito ad esultanze troppo veementi…

“Dico che si è cocciuti e che, allo stesso tempo, ci debba essere il controllo della propria emotività. Purtroppo, o per fortuna, ognuno di loro reagisce in maniera istintiva”.

Tornando per un attimo alla gara vinta contro la Cittanovese, dopo esserci complimentati per i cambi indovinati (Cerone-Chironi) che hanno cambiato il volto della gara, abbiamo chiesto al tecnico se quella soluzione tattica potrà essere riproposta in futuro.

“Grazie. Merito dei ragazzi perché sono loro che devono darti ragione attraverso la differenza che fanno in campo. Purtroppo, certe volte, prepariamo le partite in un modo ma non è detto che vada bene: bisogna sempre leggere la gara”.

L’ultima domanda è su Diakité e Cerone. Il primo apparso fuori condizione, svogliato; il secondo giù di morale dopo il gol di Scalzone. Il tecnico non è d’accordo.

“Assolutamente no. Diakitè ha corso moltissimo e penso che se avesse fatto gol di testa, staremmo qui ad elogiarlo. Purtroppo, però, non è andata così. Credo che Cerone sia contento perchè la squadra ha segnato. Grazie a lui sia Scalzone che Chironi hanno fatto gol. Poi, per ogni nostro attaccante, la rete è il passpartout per vivere il dopo senza patemi d’animo in zona offensiva”.

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