L’EDITORIALE – Quel coro che non ti aspetti…o forse sì!

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Hanno giustamente destato scalpore i vergognosi cori di cui si sono resi protagonisti alcuni tifosi del Foggia nel corso della partita contro il Savoia, disputatasi allo stadio "Zaccheria" il 18 ottobre scorso, cori che inneggiavano allo scoppio del Vesuvio. L'indignazione, ad onor del vero, è stata più degli addetti ai lavori, giornalisti e cronisti presenti, che dei tifosi stessi. Questi ultimi, forse colti anche un po' di sorpresa dai vili cori dei pugliesi, che magari ti aspetti a Verona, Brescia, Bergamo a Padova, ma non a Foggia, hanno pensato bene di ignorare le infami espressioni collettive dei supporters rossoneri occupandosi solo di sostenere la propria squadra del cuore. Tristemente abituati ad episodi di discriminazione territoriale, di cui sentiamo ormai parlare con cadenza settimanale, ciò che ha turbato principalmente è un'altra cosa: possibile che nessuno tra arbitri, guardalinee e commissari di campo abbia sentito? Solo così, infatti, si spiegano "le decisioni del giudice sportivo" Pasquale Marino che ha lasciato impunito il vergognoso gesto dei foggiani. Tra l'altro, questi ultimi, non sono affatto nuovi ad episodi del genere. La mente corre a quando i supporters rossoneri hanno insegnato ad un bambino a 'lanciare' cori contro la città di Napoli e i napoletani (nel primo video), oppure a quando intonavano cori razzisti in un Foggia-Puteolana nel marzo del 2013 (secondo video, minuto 1.20) o, peggio ancora, ai cori pro-Vesuvio nel corso di Foggia-Salernitana del 4 ottobre scorso. 

Per ben comprendere a che livelli assurdi sia l'odio razzista dei dauni nei confronti dei napoletani basti pensare che Foggia detiene il particolare record di prima società in Lega PRO punita per 'discriminazione territoriale' con la chiusura dlela Curva Nord dello Zaccheria (leggi qui l’articolo del Corriere del Mezzogiorno) rappresentando, inoltre, il primo e unico caso di discriminazione di meridionali verso altri meridionali. Ciò che convinse, allora, il giudice sportivo al provvedimento fu il ripetersi di "cori ofensivi verso l’istituzione calcistica ed in particolare cori inneggianti alla discriminazione territoriale nei confronti della città di Napoli” dopo l’intimazione di non reiterazione ricevuta nel seguito di Foggia-Gavorrano disputatasi qualche mese prima.

Insomma, sbagliare è umano e perseverare è…dei satanelli: ecco perché lascia interdetti la decisione di non punire l’episodio di Foggia-Savoia. Eppure i foggiani per storia e tradizione sono vicinissimi alla cultura napoletana: basti pensare che il loro dialetto altro non è che una variante della lingua napoletana e che molti dei monumenti storici foggiani dell’epoca federiciana traggono ispirazione da Napoli. Lo sa bene Renzo Arbore che ha origini foggiane ma il cuore ‘a mandolino’: l’artista pugliese ha dedicato tutta la sua vita a portare in giro nel mondo la tradizione musicale (e non solo quella) partenopea (mica quella foggiana?): chissà cosa ne pensa, Renzo, di quanto è accaduto allo ‘Zaccheria’ lo scorso 18 ottobre.