Con il pareggio di ieri, può dirsi concluso, a meno di una miracolosa rimonta, il sogno promozione del Savoia. I bianchi, non dovrebbero più fallire da qui sino alla fine del torneo, ma il modo in cui stanno giocando, lascia obiettivamente poche speranze. L’avvento in panchina del tecnico Chianese, ha portato senz’altro, dei miglioramenti che si sono apprezzati nella gara di ieri ma il cambio di allenatore, è stato effettuato troppo tardi e può rimediare solo in parte, agli errori commessi a monte, in fase di costruzione dell’organico.
Si infrangono sullo scoglio Monterosi, le ultime speranze del Savoia, di poter ancora lottare per il primato. Doveva essere, quest’ oggi, la partita della svolta e invece, ancora una volta, i bianchi hanno deluso, palesando tutti quei limiti che rispecchiano in pieno, la classifica attuale. Il terzo pari ad occhiali di fila (l’ ultima rete segnata, risale alla gara con il Lanusei), il quinto per l’esattezza, tra le mura amiche e la sterilità di un attacco che segna con il contagocce (per trovare l’ultimo goal di un attaccante, dobbiamo addirittura riavvolgere il nastro al 24 Gennaio, giorno della vittoriosa trasferta di Formia) sono in tal senso, i segni più evidenti che mettono a nudo gli sbagli effettuati in sede di costruzione della rosa, quest’ ultima stravolta quasi interamente, durante la sessione di mercato invernale. Il tecnico Chianese, non poteva, di conseguenza avere la bacchetta magica e pretendere di trasformare in appena pochi giorni, una creatura che molto probabilmente non sente neanche propria perché non l’ha vista nascere, dal principio. Qualche correttivo, l’ex allenatore del Portici, ha provato, in realtà, ad apportarlo; oltre a sfruttare la settimana di sosta per recuperare i suoi calciatori, da un punto di vista psicologico, ha comincisto a cambiare qualcosa, anche dal punto di vista tattico, ma ciò non è bastato per avere la meglio su un avversario che seppur giunto a Torre Annunziata, con alcune assenze e non ancora al meglio della condizione fisica, causa un lungo stop di quaranta giorni, si è dimostrato più squadra degli oplontini, chiudendo bene ogni varco e sfiorando anche la vittoria nel finale, appena gli si è presentata l’occasione giusta per pungere. Il Savoia ammirato oggi, al cospetto di una delle maggiori candidate alla vittoria finale, sembrava, in sostanza, simile ad uno scolaro che prova a impegnarsi, con tutte le sue forze, per superare il primo della classe ma a quest’ ultimo, basta il minimo sforzo per dimostrarsi più in gamba. Troppo poco, per una squadra che ad inizio stagioni, non aveva nascosto di avere velleità di primato.
NOVITÀ
Il tecnico dei bianchi, presenta il suo undici con due novità: Una, (in realtà, forzata) in difesa, dove il centrocampista De Rosa, sostituisce capitan Poziello e l’altra, rappresentata da Fornito, schierato nel ruolo di play, davanti alla difesa. Una mossa, quest’ ultima, che avevamo caldeggiato anche al termine della gara di Cassino e che si è rivelata, una piacevole soluzione. L’ex Paganese, per le sue movenze e la sua tecnica, è sembrato subito a suo agio nella sua nuova posizione, arretrando in difesa per andare a prendersi il pallone e provare ad innescare gli attaccanti, con i suoi lanci. La prima differenza che abbiamo riscontrato rispetto al Savoia versione Aronica, è stata dunque quella di affidare ad un regista basso, e non più ai due difensori centrali, attraverso i lanci lunghi dalla retrovie, la costruzione del gioco. Dalla panchina, difatti, il tecnico Chianese ha più volte urlato ai suoi ragazzi di stare corti, giocare palla a terra e alzare il baricentro, automatismi che richiederanno però del tempo, per essere assimilati.
COSA HA FUNZIONATO
Come accennato poc’anzi, è piaciuto il nuovo ruolo cucito addosso a Fornito, che è stato senza dubbio, tra i migliori perché ha garantito non solo qualità ma anche qualità. Bene, nel complesso, tutto il centrocampo con Stallone e D’ Ancora che hanno disputato una partita di grande generosità, recuperando parecchi palloni. La palma di migliore in campo, va però, senza dubbio, ad Esposito, autore nel finale di gara, di alcuni interventi prodigiosi, che hanno salvato il risultato.
COSA NON HA FUNZIONATO
Tanto fumo, poco arrosto, come al solito. I bianchi dominano nel possesso palla, arrivano nei pressi dell’ area di rigore avversaria, ma riescono a costruire poche palle goal. Ciò è dovuto, sopratutto, alla mancanza di giocatori che saltano l’uomo, per creare superiorità numerica ma anche allo scarso apporto dei due esterni, che si proiettano raramente in avanti. Kouadio, ha preso coraggio e ha provato a spingere, soltanto nel secondo tempo mentre Caiazzo, invece, non lo ha fatto, praticamente, quasi mai. Si sprecano insomma, tante energie senza essere concreti e quando la benzina finisce, gli avversari prendono coraggio e capiscono che la partita si può anche vincere, con il minimo sforzo. Lo ha compreso oggi, anche il Monterosi che dopo una ottima partita in fase difensiva, dove ha chiuso tutti i varchi, ha costruito, nel finale, tre palle goal nitide dimostrando di essere una squadra concreta e indubbiamente più attrezzata degli oplontini, per la corsa alla Legapro.