Dovevano essere tre punti da portare assolutamente a casa ed invece i bianchi deludono ancora e dopo la disfatta di Latina, affondano anche in casa contro un Muravera a cui basta attendere il momento opportuno per capitalizzare al meglio le uniche due occasioni costruite nell’arco della gara e portare via tre punti dal “Giraud”, senza troppa fatica. La diagnosi finale? A giudicare dai sintomi, non c’è nulla da sorridere. Eccetto qualche azione da rete costruita nella prima frazione di gioco, i ragazzi di Aronica, non hanno mai fatto nulla per impensierire il portiere ospite Vandelli, ben protetto da una difesa che sopratutto per vie centrali, ha chiuso ogni varco, tenendo facilmente a bada Scalzone e Kyeramateng. Nella seconda parte di gara, è andata addirittura peggio. Nel momento in cui gli oplontini hanno alzato il baricentro per provare a premere sull’acceleratore, sono stati presi di infilata dai veloci attaccanti di mister Loi. Due colpi letali che hanno dissolto il Savoia come neve al sole, al lento ritmo di una clessidra sui cui si tengono gli occhi fissi solo per aspettare che finisca al più presto di svuotarsi. Una vittoria nel complesso meritata per il Muravera che pur non facendo nulla di trascendentale, ha dimostrato di essere più squadra, più compatta e meglio messa in campo rispetto a quella di Aronica.
Cosa ha funzionato? – Praticamente nulla. A cominciare dal reparto difensivo che nella circostanza del primo gol, si è fatta sorprendere sul filo del fuorigioco e in occasione del raddoppio ha consentito a Virdis di coordinarsi a volo, indisturbato in area di rigore. Male anche la linea mediana, in cui la circolazione del pallone è stata troppo lenta. Nel 3-5-2, disegnato da Aronica, a differenza di quello del suo predecessore Parlato, manca una mezz’ala in grado di inserirsi negli spazi con i suoi strappi. Questo si è visto sopratutto osservando i due movimenti di Scalzone e Kyeremateng che quando tendevano a decentrarsi per allargare la difesa avversaria, non erano supportati dai centrocampisti. Per ciò che invece concerne il reparto offensivo, lo abbiamo appena detto. In questa rosa manca un centravanti d’area di rigore che stazioni nel cuore dell’area avversaria. Un giocatore alla Virdis, per intenderci (guardare il gol che ha messo a segno) proprio perché i due attaccanti oplontini, quando hanno la palla al piede, sono portati più ad allargarsi che a giocare vicini. Nel calderone, quest’oggi, vanno anche gli esterni che pur arrivando molte volte sul fondo, non hanno mai effettuato traversoni precisi. La partita odierna ha messo a nudo tutte le lacune di un organico che, sopratutto dal punto di vista qualitativo, è decisamente inferiore a quello della scorsa stagione e che per poter puntare a qualcosa di importante va assolutamente rinforzato.
Nel buio, brilla la sola luce di Badje. Dov’è finito Melillo? – Unica nota lieta l’impatto sulla gara del giovane Badje, l’unico in grado di saltare l’uomo e creare pericoli alla retroguardia ospite, soprattutto nel finale. Delizioso il suo cross per la testa di Kakorri che però ha fallito il bersaglio a pochi passi dal portiere. Era stato uno dei più positivi nel precampionato e aveva dimostrato di avere qualità quando è entrato in campo a Monterosi e a Latina. Perché non gioca? E perché Russo, tra i più positivi domenica scorsa, non e’ partito titolare? E Melillo? Perché non si hanno più sue notizie? A questo, ci dovranno rispondere Aronica e la società ma, noi, domande non ne possiamo fare perché siamo sottoposti a censura.
Notte fonda – Dopo appena otto giornate, la vetta dista già otto punti. Troppi per una squadra che ad inizio campionato ha dichiarato di puntare a vincere il campionato, provando a migliorare il secondo posto dell’anno scorso. Nel frattempo Latina e Monterosi continuano a correre e non si può sempre sperare di affidarsi alle rimonte, sopratutto quando i valori tecnici di cui si dispone, non sono più quelli di una volta.