L’ex terzino oplontino, appena una presenza in maglia bianca, parla del suo passato con la famiglia Mazzamauro e del suo presente, che si chiama Sarnese.
Poche partite al Savoia senza però lasciare il segno, e dopo quasi ben quattro anni con la famiglia Mazzamauro, è partito nella vicina Sarno, indossando nuovamente una maglia amaranto, per una nuova avventura. Stiamo parlando del giovane terzino Francesco Rossi, che in maglia granata, nonostante l’età (è in classe 97′) vanta già 78 presenze e tre reti. Lo abbiamo ascoltato, per parlare con lui del derby in programma, dopo la sosta, al Vallefuoco di Mugnano.
Sei giunto a Sarno, dopo aver collezionato appena una presenza in maglia bianca. Cosa non ha funzionato a Torre Annunziata che ha spinto la società a cederti?
La mia breve esperienza al Savoia, ha funto per me da stimolo. Mi sono trovato benissimo con tutti ed ho trovato una grande piazza e grandi giocatori. Decisi di andar via semplicemente perché nel mio ruolo, il mister preferiva collocare un under. Ringrazio il direttore e la società che hanno fatto di tutto per accontentarmi.
Sei stato con la famiglia Mazzamauro più di tre anni,vincendo un campionato di Eccellenza e totalizzando, nonostante la giovane eta’, 78 presenze e tre reti. Che ricordi hai di quell’esperienza e quale è il tuo rapporto con la famiglia Mazzamauro?
In realtà sono con la famiglia Mazzamauro da quando avevo 16 anni dunque da ben 5 anni. Dell’esperienza in granata serbo ricordi importanti, abbiamo raggiunto tanti obiettivi e sono cresciuto anno dopo anno. Ho imparato tanto da loro; sono persone professionali che fanno calcio con grande passione e mi hanno sempre fatto sentire uno di famiglia. Per questo motivo, sono molto legato a loro.
Rammarico per non esserti potuto giocare le tue chances a Torre Annunziata ?
Il rammarico di non aver potuto dimostrare il mio valore con quella maglia,ovviamente c’è. Torre Annunziata è una piazza pazzesca, con grandi obiettivi e nutro grande rispetto per quest’ultima.
Ora sei a Sarno. Una società abituata da anni a lavorare con i giovani. Come ti trovi li’?
A Sarno ho trovato una società altrettanto disponibile che non ci fa mancare nulla per permetterci di raggiungere l’obiettivo prefissato ad inizio stagione. Ho trovato anche un gruppo di ragazzi fantastici; anche se siamo tutti molto giovani, stiamo lavorando con molta professionalità per raggiungere la salvezza.
Nonostante un buon rendimento interno, non state facendo ugualmente bene in trasferta dove avete finora vinto solo due volte con Gelbison e Frattese. Cosa è da attribuire ciò secondo il tuo punto di vista?
Giochiamo allo stesso modo sia in casa che in trasferta. Penso, dunque, che la differenza di andamento sia da attribuire più che altro ad episodi.
Che partita ti aspetti dopo la sosta, con il Savoia?
Mi aspetto, dopo la sosta, una partita in cui le motivazioni non mancheranno sicuramente da una parte e dall’altra. Entrambe stiamo rincorrendo i nostri obiettivi; noi la salvezza, loro i play-off. Come anticipato prima, nutro profondo rispetto per il Savoia ma arrivati a questo punto della stagione, non possiamo più permetterci di fare troppa differenza tra gli avversari che troveremo di fronte. Ci aspettano otto partite fondamentali che dovremo affrontare come fossero delle finali.
Ti piacerebbe ritornare al Savoia in futuro ?
Adesso, sono concentrato a raggiungere il mio obiettivo con la Sarnese, poi per qualsiasi spostamento futuro, valuterò a fine stagione,
Pensi riuscirete a raggiungere l’obiettivo salvezza, considerando anche che nelle ultime otto partite dovrete affrontare squadre come Picerno ed Andria e ben tre scontri diretti con Nola, Pomigliano e Sorrento (i primi due in trasferta)?
Si, io penso che ce la faremo.