Questione Giraud, quanta superficialità: solo il miracolo ‘deroga’ per la C

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Ciò che è accaduto con la questione “Giraud” ha davvero del grottesco e l’ultima intervista rilasciata dal sindaco Vincenzo Ascione ha definitivamente smascherato le innumerevoli contraddizioni emerse nel corso degli ultimi mesi da parte di chi avrebbe dovuto avere maggiore attenzione e cognizione tecnica sull’argomento.

Risale al 17 maggio la nostra prima intervista al consigliere con delega allo sport, il dott. Giuseppe Raiola, il quale, senza alcuna esitazione, affermò che l’impianto sportivo, necessitava solo di alcuni piccoli interventi ma che in linea di massima rispondeva ai requisiti richiesti. Inoltre, per ciò che concerne il manto erboso, lo stesso affermò che non era necessario sostituirlo nell’immediato perché in sede di Universiadi, c’era stata l’omologazione per un altro anno.

Da quel momento in poi, il consigliere non ha più risposto alle nostre domande, ed è “entrato in scena” il primo cittadino, il quale, avendo probabilmente delegato l’intera questione a qualcun’altro, si è trovato a dover gestire da solo, la patata bollente.

Il primo cittadino, dapprima ci parlò di un progetto tecnico quasi pronto, poi di privati interessati a partecipare ai lavori e infine, dopo aver preso tempo, si è arreso all’evidenza, ammettendo di trovarsi dinnanzi un vicolo cieco.

Morale della favola: andando a ritroso a rileggere le varie interviste rilasciate non solo alla nostra testata ma anche ad altri organi di informazione, la cornice della vicenda ha assunto pian piano dei veri e propri connotati tragicomici e tutti i nodi sono venuti al pettine.

Impreparazione o superficialità? Proprio ieri, lo stesso Ascione ha affermato che si sarebbe aspettato che gli intervent effettuati durante le Universiadi fossero stati sufficienti per mettere a norma l’impianto, assumendosi la responsabilità di aver commesso un errore. Una superficialità imperdonabile, unita alla mancanza di dialogo con una società giunta a Torre Annunziata per riportare il Savoia nel calcio che conta e trasformatasi poi in incapacità di gestire la situazione quando l’emergenza Covid ha aperto ai bianchi prospettive di ripescaggio. Comprendiamo che le casse comunali, soprattutto al sud, languono, ma sarebbe stato più corretto ammettere sin dall’inizio, che non ci sarebbero state possibilità di mettere a norma l’impianto, nei tempi utili richiesti dalla Lega di serie C.

E adesso, l’unica strada rimasta a disposizione è quella della deroga: una prassi consolidata ormai da queste parti, quando si rimandano a lungo le questioni da affrontare. Quegli stessi rinvii a cui si ricorre da anni, per un altro problema legato allo stadio e non di minore importanza ovvero l’agibilità. Da tempo, infatti, non si fa altro che apporre firme su firme per autorizzare gli eventi sportivi, senza mai avere la voglia di trovare una soluzione definitiva.

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