Savoia-Castrovillari: l’analisi tattica

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Vittoria meritata dei bianchi ma tante cose vanno ancora registrate.

Vittoria meritatissima ma, cosa paradossale, anche molto sofferta. Colpa proprio dei bianchi, che stavano letteralmente per regalare un punto al Castrovillari che con un tiro e mezzo nello specchio della porta ha sognato, fino a pochi minuti dal termine, di uscire indenne dal Giraud. Sarebbe stato troppo, sebbene il calcio sia una scienza imponderabile e per fortuna Dike, la dea greca della giustizia, ha rimesso le cose al suo posto. Un passo avanti, rispetto alla prima gara con il San Tommaso è stato fatto, ma ugualmente tante però, sono le cose che non sono funzionate e che richiederanno ancora un duro lavoro per essere messe a posto. Vediamo un po’ quali sono.

Primo tempo arrembante, ma manovra macchinosa

Il Savoia ha subito messo il piede sull’acceleratore, sfiorando immediatamente la rete,ma il goal a freddo subito dopo appena pochi minuti (non esente da colpe l’incerto Volzone, posizionato male tra i pali) nell’unico tiro in porta del primo tempo da parte dei calabresi, è stata una doccia fredda, inattesa. Capitan Poziello e company non si sono però scomposti, continuando ad attaccare e chiudere gli avversari nella propria metà campo e la differenza tecnica di valori, era palesemente notevole. A prescindere però dall’incredibile svista della terna arbitrale che non si è accorta che il rigore calciato da Cerone aveva superato la linea di almeno mezzo metro, la manovra è stata piuttosto lenta e macchinosa. È balzato subito all’occhio, in particolare, l’assenza di un regista puro (Gatto ha cominciato dalla panchina), in grado di venire a prendersi la palla in in difesa e orchestrare il gioco. Tutti e quattro i difensori, erano difatti costretti o a scambiarsi continuamente la palla oppure a provare il lancio lungo per gli attaccanti e ciò non ha fatto altro che rallentare notevolmente la costruzione del gioco, permettendo nel frattempo, alla difesa avversaria, di posizionarsi. La velocità di esecuzione che ti garantisce un regista puro, una volta presa in consegna la palla, ti garantisce verticalità e imprevedibilità. Cerone, pur avendo disputato nel complesso una buona partita mettendo in mostra le sue eccelse doti tecniche, ci ha messo un po’ per entrare in partita, sbagliando, sopratutto nella prima parte di gara, troppi passaggi. Non ha convinto neanche la coppia di attaccanti Diakite- Giacobbe, ancora lontani dal raggiungere una buona intesa. L’ivoriano, in particolare, non può giocare spalle alla porta; rende meglio quando parte da lontano (e lo abbiamo visto l’anno scorso) oppure viene servito in profondità da una sponda o da un passaggio filtrante e difatti la sua prestazione è migliorata nella seconda frazione di gioco, quando l’ingresso dell’argentino Abayian, gli ha consentito di allargarsi sulla sinistra.

Secondo tempo

Molto meglio nella ripresa quando i bianchi hanno preso in mano il centrocampo. Luciani, apparso un po’ spento nella prima parte di gara, ha cominciato a venire fuori ma è andata ancora meglio quando il tecnico Parlato, ha gettato nella mischia Gatto e Abayian. Il primo ha conferito alla mediana vivacità e sopratutto qualità mentre l’argentino, se non altro, ha consentito alla squadra di salire, allargando nel contempo, il raggio di azione di Diakite, ma anche ai centrocampisti di avere spazi per inserirsi. Difatti, sia Tascone (tra i migliori) che il neo-subentrato Romano, il quale ha poi siglato un gran goal che ha regalato la vittoria ai bianchi, hanno cominciato a picconare la difesa calabrese con i loro strappi. Cosa che invece va assolutamente registrata è il raccordo centrocampo-difesa e l’affiatamento tra la nuova coppia di centrali Poziello-Dionisi, incerti sopratutto nel finale di gara quando oltre a consentire a Gagliardi di staccare indisturbato per il 2-2, sono apparsi alquanto distratti e poco reattivi.

In

Oyewale: questo ragazzo è un’autentica scheggia sulla fascia. Difende e attacca senza soluzione di continuità, per tutti i novanta minuti. Sta dimostrando di aver assimilato i dettami tattici di Parlato e alla lunga non potrà che crescere sempre di più.

Tascone: Con l’ingresso di Gatto, puo’ sganciarsi dai compiti di copertura e comincia ad inserirsi nelle maglie della difesa avversaria, mostrando grande tecnica e spirito di sacrificio. Se continua a giocare così, difficilmente potrà star fuori dal campo.

Cerone: Ci mette un po’ per entrare in partita ma quando si accende, mette in mostra tutta la sua tecnica sopraffina. Comincia malino e in alcune circostanze pare un po’ lezioso, ma il secondo tempo è da applausi.

Out

Volzone: Tre tiri subiti tre goal incassati. L’inizio non è dei migliori e dopo non essere stato impeccabile contro il San Tommaso, si fa trovare fuori dei pali nell’occasione del tiro di Puntoriere. Incerto anche nelle uscite, si riscatta parzialmente nel finale, quando respinge un colpo di testa indirizzato nell’angolino.

Rondinella: Segna la rete del vantaggio con un bel l’inserimento dalle retrovie ma commette l’errore da cui scaturisce la rete del pari avversario quando sbaglia un passaggio semplice, invece di servire il vicino Gatto, innescando così la ripartenza degli ospiti. Viene anche espulso nel finale.

Poziello e Dionisi:Una delle coppie di centrali più forti della categoria deve ancora trovare l’ intesa giusta ma è anche vero che viene aiutata poco dai centrocampisti, sopratutto nella fase finale della gara quando gli schemi sono saltati e i reparti si sono sfilacciati.