"Ho sognato una società tra le più blasonate del Sud…"

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L’introduzione di Nico Erbaggio conquista i tifosi

TORRE ANNUNZIATA (NA) – Ha fatto molto discutere la decisione del Prefetto di Napoli di chiudere le porte del 'Giraud' per il match OP Savoia-Hercolaneum. In tanti non sono riusciti a capacitarsi di come un impianto del genere possa essere accostato alle parole 'carenze strutturali' se paragonato a tutti gli altri dell'intero panorama calcistico dilettantistico campano e non. 

La verità è che chiudere gli stadi è semplice e comodo. Almeno quando non ci sono grossi interessi in ballo. 

Riportiamo, a seguire, l'introduzione alla radiocronaca di Nico Erbaggio che da ieri impazza sui social network e ha letteralmente 'conquistato' i tifosi biancoscudati. 

Ieri notte ho fatto un sogno. Ho sognato una società tra le più blasonate del Sud Italia costretta a ripartire dall'Eccellenza. Che la sua tifoseria, tra le più calde dello Stivale, passasse dalle trasferte all'Arechi e al Via Del Mare ai campetti di provincia. Ho sognato di lavorare in una tribuna stampa da serie B, con tutti i comfort e una cabina riservata. Ma ho sognato anche di seguire questa squadra fuori casa, su campi immersi nelle verdi campagne della Campania Felix. Ho addirittura sognato che una volta, in uno di questi "stadi", non c'erano i servizi igienici, e così fui costretto a nascondermi dietro un cespuglio con il rischio di bagnarmi il… Pantalone. E nello stesso sogno, nella stessa partita, raccontavo gli eventi in mezzo ai supporter locali, inferociti con il sottoscritto, quasi fossi l'arbitro, per le tante espulsioni alla loro squadra. Fortuna che era solo uno sogno e non mi è successo nulla… Poi mi sono svegliato e ho letto che il Giraud è chiuso per carenze strutturali. Che l'impianto che solo qualche anno fa ha ospitato Atalanta, Brescia, Genoa, Palermo, Sampdoria, non è idoneo alla sfida con la capolista… Ercolanese. Ho letto che la chiusura di uno stadio si può determinare su Facebook. Da settimane aspettavo la bolgia del Giraud in questa sfida così attesa. Immaginavo la curva piena alla mia destra, il pubblico infiammarsi ad una sgroppata di Gargiulo ed esplodere ad una prodezza di Manzo, il Bianchi Alé a fine partita. Niente di tutto ciò: né cori, né striscioni, né boati, né passione, né Bianchi Alé. Chi racconta il calcio in diretta trasmette al pubblico le proprie emozioni e vive di adrenalina. L'adrenalina è tutta in uno stadio gremito che fa da sfondo e sottofondo alla propria voce. Oggi quell'adrenalina non c'è. Ci tocca raccontare il match più importante del campionato senza tifosi. Già, senza tifosi. Senza i tifosi questa giostra non girerebbe. Non ci sarebbero calciatori, società, presidenti, allenatori, giornalisti, radiocronisti. Non ci sarebbe il calcio, poiché il calcio è del popolo, sin dalla sua nascita. Il calcio a Torre Annunziata è della sua gente dal 21 novembre 1908, esattamente 107 anni e un giorno fa. E allora, siccome ci siamo dilungati troppo, ci affidiamo nuovamente alla sintesi dei versi del Maestro De Gregori: Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare, l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare. Amici sportivi ed antisportivi buon pomeriggio da Nico Erbaggio e ben trovati allo stadio Alfredo Giraud di Torre Annunziata, desolatamente e paradossalmente vuoto per l'occasione…