Il bilancio della stagione. Diamo i voti a tutti i protagonisti

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Annata da dimenticare. Ecco chi ha raggiunto la sufficienza…

Quella che si è appena conclusa è stata senza dubbio una delle stagioni più deprimenti e controverse dell’intera storia del calcio a Torre Annunziata. Una stagione iniziata male e finita peggio con la retrocessione diretta in serie D nel corso della quale sono arrivati tanti record negativi e pochissime soddisfazioni.

 

I CALCIATORI 7 – Il Savoia è la squadra che, penalizzazioni a parte, ha totalizzato meno punti di tutti (32). Tuttavia non si può negare al gruppo un’ampia sufficienza per gli enormi sacrifici profusi nonostante abbiano giocato praticamente una stagione senza percepire stipendi e in una confusione generale. Presi per i fondelli da tutti, da Manca in primis, ma anche dalla Lega che aveva promesso, ad un certo punto della stagione, l’escussione della fideiussione, hanno continuato a lottare sfiorando la conquista dei play-out che non è arrivata solo per la decisione del Collegio di Garanzia dello Sport del Coni che, a campionato finito, ha restituito due punti alla Reggina, permettendo agli amaranto di scavalcare il Savoia ed accedere ai play-out. Nonostante le tante partite giocate a porte chiuse o alla presenza dei soli abbonati (280), i tanti cambi alla guida tecnica, lo stravolgimento della rosa avvenuto a gennaio, l’assenza della società, il mancato percepimento degli emolumenti e lo scandalo dirty-soccer che ha evidenziato una serie di irregolarità, combine e partite vendute, i calciatori del Savoia hanno sicuramente onorato lo sport più bello del mondo.

PAPAGNI 7 – Chiamato da Carruezzo è venuto a Torre Annunziata accettando un ingaggio bassissimo e una scommessa difficilissima da vincere. Alla fine anche lui non percepirà stipendi ma riuscirà a conquistare 19 punti (media salvezza). Probabilmente con lui in panchina fin dall’inizio, e senza troppi punti di penalizzazione, il Savoia si sarebbe salvato. E’ riuscito a lavorare in condizioni estreme, tenendo sempre alto il morale dei suoi ragazzi, anche nei momenti più difficili e dimostrando, aldilà delle capacità tecniche, qualità umane difficili da trovare nel calcio moderno, legando indissolubilmente il suo nome alla storia del Savoia.

BUCARO 4 – Scelto da Maglione per la panchina del Savoia riuscirà ad ottenere una sola vittoria (0-2 ad Aversa) ma, aldilà dei risultati scadenti, il tecnico palermitano dimostra sin da subito di non essere all’altezza dell’obiettivo salvezza: la squadra non gira e soprattutto segna pochissimo (7 gol in 10 partite). Cambia spesso uomini e modulo non riuscendo mai a trovare il bandolo della matassa. Perde per strada punti importanti che si riveleranno decisivi per la retrocessione.

UGOLOTTI 5- – Il tecnico subentra a Bucaro e riesce nella difficile impresa di fare peggio del suo predecessore. Saranno soltanto 6 i punti conquistati in nove match, frutto di una vittoria e tre pareggi. Non riesce a dare un’impronta alla squadra che, sotto la sua gestione, riuscirà a battere soltanto la Reggina incassando sonore sconfitte come lo 0-3 con la Casertana al Giraud e il 3-0 patito a Messina. Rispetto a Bucaro, però, il tecnico di Massa, ha un’attenuante non di poco conto: con lui iniziano ad emergere i primi problemi societari, con i mancati pagamenti degli stipendi che gettano nello sconforto diversi calciatori, molti dei quali ‘abbandonano la nave’.

CARRUEZZO 5 – Ha l’arduo compito di sostituire alcuni uomini cercando, anzitutto, di limitare le spese del Savoia, sull’orlo del baratro. Deve così provare a ‘cacciare’ quelli con gli ingaggi più alti, e far entrare ragazzi volenterosi e pronti a scommettere su se stessi, consapevoli delle difficoltà economiche della società. Ci riesce solo in parte (vedi Di Nunzio e Cipriani) ma il suo lavoro sarà vanificato da Quirico Manca che un mese dopo l’entrata in carica del nuovo diggì decide di ammainare bandiera bianca e non ‘cacciare’ più un euro. Aldilà del lavoro tecnico svolto, Carruezzo si è reso protagonista di alcuni episodi che gli sono valsi buona parte dell’ottima reputazione di cui godeva in città prima di questa esperienza: anzitutto la promessa fatta a Sarno, durante un’amichevole, e non mantenuta (“se vedo qualcosa di strano, ve lo dico e vado via…”) e l’accanimento contro il collega de “Lo Strillone” Gianluca Buonocore al quale ha più volte negato l’accredito non disdegnando durissime ed infamanti offese in occasione del rompete le righe.

AREA COMUNICAZIONE 4 – Disparità di trattamento tra colleghi, occhi di riguardo per uno specifico organo di stampa al quale è stata riservata una strada privilegiata rispetto agli altri e per il quale l’addetto stampa ha scattato le foto e aggiornato la pagina facebook in quasi tutte le trasferte, poca attenzione ai nuovi canali di comunicazione, sito web ufficiale mai aggiornato da inizio anno (quello del Savoia è il sito più trascurato di tutta la Lega PRO). Sono solo alcuni punti che spiegano l’insufficienza a chi ha gestito l’ufficio stampa che solo in parte possono essere giustificati dall’eventualità di un mancato percepimento degli emolumenti, ammesso che erano previsti dei rimborsi.

FRANCESCO MAGLIONE 5 – Sembra destinato a dover essere l’unico capro espiatorio di una stagione fallimentare prima, però, che la piazza si renda conto di come stiano effettivamente le cose. L’Amministratore Unico, fortemente voluto da Manca, ha gestito come ha potuto non potendo mai contare sulla proprietà e dovendo lavorare in condizioni critiche a causa delle tante contestazioni create ad arte dai ‘manchiani’ ma anche da una parte della stampa. Maglione, però, riuscirà a far iscrivere il Savoia al campionato risolvendo la questione “Giraud”, a pagare l’unico stipendio ai tesserati, e quasi tutti i fornitori, a limitare i punti di penalizzazione versando alcuni contributi e parte dell’erario (nel girone di ritorno i punti di penalizzazione accumulati saranno molti di più ma le penalizzazioni avranno luogo nella prossima stagione). L’avvocato, inoltre, riesce a garantire l’unica sponsorizzazione al Savoia che aveva iniziato il campionato senza il supporto di alcun finanziatore esterno alla proprietà. L’insufficienza, seppur non piena, è giustificata dagli ingaggi molto alti anche se sarebbe stato compito della proprietà verificare il suo operato.

QUIRICO MANCA 0 – Avrebbe dovuto lasciare il Savoia subito dopo la vittoria del campionato di serie D, vittoria possibile grazie agli sforzi di Lazzaro Luce e Tonino Simonetti. Sarebbe andato via a testa alta. Invece si ‘incaponisce’ e vuole restare in un contesto che non gli appartiene (Manca ha più volte dichiarato di non capirne nulla di calcio) peccando anche di presunzione: dopo un’estate passata a fare proclami si mette a giocare con la passione dei torresi scomparendo e riapparendo a suo piacimento, prendendo in giro tutti, anche i calciatori. Aiutato da un organo di informazione locale che lo difende a spada tratta operando una massiccia mistificazione della realtà, dopo essere scomparso per diversi mesi, ritorna a gennaio dichiarando di voler fare il possibile per salvare il Savoia. In realtà, invece, poco più di un mese dopo annuncia di non avere la liquidità necessaria per portare avanti il progetto. A maggio, quando ormai è troppo tardi, decide di portare i libri in tribunale, non prima di essersi reso protagonista dell’ennesima uscita fuori luogo con la pubblicazione degli ingaggi di tutti i tesserati.

I TIFOSI 5,5 – L’ennesima nota dolente è rappresentata dai tifosi. Disuniti fin dall’inizio (tessera sì, tessera no) non riescono mai a garantire una performance all’altezza delle loro possibilità. Per un periodo della stagione alcuni gruppi abbandonano la curva e tifano dai distinti. Mai una protesta degna di questo nome verso una società inesistente, si contraddistinguono solo in qualche rara occasione come nelle trasferte di Lecce, Pagani, Salerno e Benevento, o quando contro il Foggia e la Salernitana decidono di boicottare la proprietà non entrando al Giraud per non garantire l’incasso alla società. Per il resto nulla o poco più anche se, da un certo punto della stagione, hanno subito una serie di ingiustizie e sono iniquamente costretti lontano dalle gradinate dal Prefetto di Napoli. Sicuramente la rinascita del Savoia deve partire anche dal ‘ritrovamento’ degli ultras che, si spera, possano tornare rapidamente ai fasti di un tempo.