L’EDITORIALE – Savoia: chi lo ama davvero?

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Boscotrecase, 1988. Savoia-Sambiase. Nasce così il mio amore per il vessillo biancoscudato. Ricordo ancora la mano di mio padre che mi accompagnava, per la prima volta, a vedere il 'glorioso Savoia', e i tifosi che, in assenza di spalti, si arrangiavano aggrappandosi alle reti. Ricordo la polvere che si alzava dal terreno di gioco, privo del prato. Da allora, non ci siamo più separati e quell'amore l'ho sempre rispettato. Da spettatore, da tifoso accanito, da addetto ai lavori.

Purtroppo, non si può dire lo stesso di tutti i miei concittadini, addetti ai lavori e non, soprattutto di quelli che sbandierano ai quattro venti la propria passione. Manie di protagonismo, narcisismi, personalismi, interessi economici, volontà di seminare odio, purtroppo, molto spesso sono stati anteposti al decantato amore per la propria squadra del cuore.

Ed è così che sempre più persone, soprattutto grazie ad un utilizzo scorretto dei social network, hanno cominciato a schierarsi dalla parte di presidenti, amministratori e dei loro loro amici, mettendo il Savoia in secondo piano: è nato così un gioco al massacro che non ha fatto altro che seminare odio, disunire l'ambiente, mettere i tifosi stessi gli uni contro gli altri. Ma a cosa serviva portare avanti una stupida battaglia mediatica che non giovava a nessuno?

Non ricordo, a memoria, che nelle aspirazioni dei tifosi ci fosse la volontà di diventare amico del presidente, amicizia che, in alcuni casi, soprattutto in un caso, è diventata adulazione. E così mentre i tifosi litigavano, mentre si 'dibatteva' a suon di account fasulli, minacce, querele e denunce sul se le ragioni fossero dalla parte di Manca o dalla parte di Maglione, mentre si continuava a dare credito a chi avrebbe avuto il dovere morale di tutelare il Savoia e non l'ha fatto, senza mai andare a fondo nella notizia, ma solo per la presunzione di sapere come stessero effettivamente le cose, mentre accadeva tutto questo il Savoia arrancava sui campi, la proprietà spariva, e si perdeva del tempo prezioso per cercare di instaurare trattative con chi ha realmente voglia di investire nel calcio a Torre.

"Manca ha il presidente pronto, dobbiamo solo cacciare Maglione", diceva qualcuno, "Maglione ci ha messo la faccia, Manca che fine ha fatto?" diceva qualcun'altro e, ancora oggi, c'è chi ha la presunzione di sapere, solo per sentito dire.

Io e tutta la redazione che ho la fortuna di dirigere, abbiamo cercato sempre la verità, siamo andati a fondo e abbiamo provato a divulgare solo quello che, a nostro avviso ci sembrava giusto e corrispondente al vero. Spesso abbiamo difeso l'operato di Maglione non perché Maglione è più simpatico di Manca, ma perché abbiamo verificato ogni sua parola, siamo andati a fondo e abbiamo costatato che, l'avvocato si è realmente prodigato (ed avrà avuto le sue buone ragioni per farlo) per il Savoia ed ha cercato anche di instaurare alcune trattative grazie all'amicizia con Cerruti che gli ha presentato diversi potenziali acquirenti.

Dai problemi legati al Giraud, la scorsa estate, fino alla perfetta amministrazione e gestione, passando per la costruzione di una squadra che, con qualche ritocco, può tranquillamente lottare per la salvezza diretta fino alla fine del campionato, è soltanto con Maglione che abbiamo potuto parlare, che è andato avanti nonostante le difficoltà create ad arte e i bastoni tra le ruote di chi, dopo averlo scelto, non lo voleva più lì e dall'inizio dell'anno non fa altro che fomentare la piazza contro di lui.

E comunque sfido chiunque, con un budget così basso, e con una proprietà assente a fare di meglio. Eppure c'è ancora chi, ad oggi, ha voglia di credere alle favolette dei destabilizzatori: che il Savoia sia stato amministrato ad arte, non lo diciamo noi, ma lo dicono i contributi della Lega ottenuti fino ad oggi e la mancanza di punti di penalizzazione. I serratissimi controlli (NOIF) e quelli della COVISOC, confermano quanto Maglione ha dichiarato, ma forse qualcuno pensa che la Lega elargisca i contributi senza prima controllare che ogni cavillo sia in regola. E pure qualche addetto ai lavori, si è lasciato prendere un po' la mano, ed ha pensato bene, ancor prima che i controlli della Lega dicessero quale fosse la verità sugli stipendi, di dare il Savoia per spacciato parlando di "Maglione sfiduciato" e prevedendo "lo sfascio" dopo Savoia-Casertana. Forse quel qualcuno ha voluto anteporre il proprio personalissimo bisogno di togliersi qualche sassolino dalla scarpa alla ricerca della verità.

In tutto questo marasma, gli unici a salvarsi sono stati gli ultras, quelli veri. Con maturità ed intelligenza hanno messo da parte i dissapori nati ad inizio campionato al fine di sostenere nel migliore dei modi la squadra anche e soprattutto nei momenti difficili scendendo in campo in prima linea anche per cercare un imprenditore che possa dare continuità al progetto iniziato da Lazzaro Luce e clamorosamente fallito con Quirico Manca, nonostante i pubblici proclami di "grande futuro".

Forse, adesso, è giunta l'ora di pensare solo alle sorti del Savoia, di rispettare i propri ruoli, di lasciare da parte i personalismi, gli interessi e di remare tutti nella stessa direzione. Ma questa, purtroppo, è pura utopia. Almeno finché esisterà chi anteprorrà i propri interessi all'amore per il vessillo biancoscudato.