“In questa società nessuno ha messo un euro”
E’ stata una lunga conferenza quella svoltasi oggi pomeriggio nella sala stampa del Giraud: un lungo faccia a faccia al quale hanno partecipato tutti, o quasi.
C’era l’Avv. Maglione, amministratore unico del Savoia, fortemente voluto da Quirico Manca nel gennaio del 2014, c’erano i tifosi, che grazie all’intermediazione di Salvatore Carpentieri, alias Lolò, e dello stesso Maglione che si è assunto la responsabilità della loro presenza, hanno potuto partecipare, c’era la stampa, quasi al completo.
Non c’era, però, è questa non è di certo una novità, alcun rappresentante della proprietà o, quantomeno, il curatore fallimentare del Consorzio Segesta. Eppure l’architetto Quirico Manca aveva dichiarato apertamente ad una testata giornalistica molto vicina al Savoia che il 18 dicembre sarebbe stato presente alla conferenza stampa e disponibile “a vedere i tifosi per un incontro chiarificatore”, in risposta ad un comunicato rilasciato proprio dai tifosi che avevano invitato Maglione e Manca trovare un punto d’incontro al fine di gestire al meglio le trattative per l’eventuale cessione ad un nuovo proprietario. Lo stesso Manca, non nuovo a promesse non mantenute, in precedenza, alla stessa testata, aveva dichiarato che a causa di serrati impegni di lavoro si era temporaneamente allontanato dagli spalti e che, già a Salerno, in occasione di Salernitana-Savoia, sarebbe tornato a tifare per i bianchi. Sappiamo, invece, com’è andata.
Tornando alla conferenza, ad aprire le ‘danze’ è stato, ovviamente, Francesco Maglione che in primis ha chiarito alcuni concetti di natura economica.
“A Torre non ci sono venuto da solo, mi hanno chiamato: è toccato prendermi questo onere, mio malgrado, perché nessuno voleva assumersi la responsabilità di amministrare questa società. Il Consorzio Segesta ha a malapena garantito la fideiussione per poter iscrivere il Savoia al campionato e mi era stato chiesto di portare avanti un progetto in austerità, cercando di far quadrare i conti e di creare una squadra che potesse aspirare alla salvezza. Così ho fatto. Avevo stilato un bilancio di 2.000.000€: la metà sarebbe ‘entrata’ grazie ai contributi della Lega, l’altra metà grazie a sponsor, operazioni di marketing, abbonamenti, incassi etc. Così non è stato, anche perché sono stato lasciato da solo ad occuparmi di tutto. Anche gli imprenditori torresi non hanno sposato la causa Savoia e vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il Pastificio Setaro, l’unica azienda che ha regolarmente versato un contributo per il cartellone pubblicitario al Giraud”.
“Inoltre – prosegue Maglione – ho dovuto far fronte a due emergenze importanti: la prima, un atto di pignoramento di €29.000 da parte dell’Avvocato di Vicentin, ex calciatore dei bianchi, nei confronti del vecchio amministratore Raffaele Verdezza; la seconda un debito con l’erario di 100.000€ di iva non versata. Ho dovuto giocoforza mettere i conti in regola per poter ricevere i contributi della Lega che, altrimenti, non sarebbero mai arrivati e, nonostante tutto, ad oggi posso dire di aver fatto un ottimo lavoro: la società Savoia è sanissima dal punto di vista economico, senza alcun debito e questo, per me, viene prima del risultato sportivo anche perché salvarsi sul campo e poi fallire non avrebbe avuto molto senso; gli stipendi, inoltre, sono stati pagati regolarmente e proprio oggi abbiamo ricevuto la visita dell’azienda che effettua i controlli NOIF per la Lega e della Covisoc che hanno preso atto della perfetta gestione attuata fino a questo momento”.
Il discorso si è poi momentaneamente spostato sulla questione divieti e, in seguito ad un duro ma leale confronto con Nico Zurlo, ex capo della Curva Sud, Maglione ha dichiarato di aver sempre avuto un enorme rispetto per i tifosi del Savoia e di essersi fatto lui stesso promotore di una ‘battaglia’ contro Macalli reo, a suo avviso, di essersi completamente disinteressato del problema divieti nonostante le promesse fatte ai tifosi, anche specificatamente a quelli del Savoia per tramite di una testata giornalistica molto vicina ai bianchi che, qualche settimana fa, ne riportava le ‘sviolinate’ ai tifosi torresi.
Dopo il messaggio della curva sud che ha ufficialmente chiesto a Maglione di farsi da parte qualora i tifosi riescano a trovare un imprenditore interessato al Savoia e le rassicurazioni dell’attuale amministratore, pronto ad andarsene via già a gennaio, rimettendo tutto nelle mani della proprietà, il discorso si è spostato sulle trattative di cessione che lo stesso Maglione ha portato avanti.
“In questa società nessuno ha messo un euro, e la Segesta, per il tramite del Dott. Rizzuto, curatore fallimentare, mi ha chiesto di portare avanti delle trattative e cercare nuovi acquirenti viste le intenzioni del consorzio di cedere le quote ad un nuovo proprietario purché questi si impegni a sostituire la garanzia fideiussoria. Così ho fatto: ho portato avanti due trattative, una delle quali vicinissima ad un punto di conclusione".
Boldoni – prosegue Maglione – era pronto a subentrare 'sollevando' la fidejussione della Segesta non nell’immediatezza ma con un protocollo d’intesa al fine di garantire la liquidità necessaria per completare il campionato. L’alternativa era rappresentata da una cordata milanese. La condizione sine qua non, era rappresentata dalla permanenza del sottoscritto in qualità di amministratore unico, ma io, stanco dei continui attacchi gratuiti ricevuti dalla piazza ho deciso di andare via. Ho già convocato l’assemblea dei soci con procedura d’urgenza e il 20 gennaio, prima data utile, rassegnerò le mie dimissioni irrevocabili”.
Finirà così, dunque, l’avventura dell'avvocato a Torre Annunziata che, ha concluso il suo discorso assumendosi tutte le responsabilità per quel che concerne il progetto tecnico.
“Se la squadra non 'gira', è sicuramente colpa mia e me ne assumo tutte le responsabilità. Ad oggi, però, non siamo assolutamente retrocessi: la salvezza è a quattro punti, e se finisse oggi il campionato ci giocheremmo la permanenza in categoria ai play-out. Vorrei ricordare a tutti, però, che quando dovevo occuparmi di fare la squadra, ho dovuto risolvere il problema del Giraud, ho dovuto preoccuparmi di cercare uno stadio alternativo e non è stato facile trovare ospitalità anche per i continui dinieghi dei Prefetti e di tante altre faccende che non erano di mia competenza. Mi sono prodigato per il bene del Savoia e nonostante tutto c’è ancora chi, senza motivo, mi taccia di essere un impostore. Ecco perché vado via”.
Se così fosse, cosa succederà al Savoia?
Come dichiarato da Maglione, senza considerare eventuali interventi di mercato, occorrono circa 400.000€ per poter permettere ai bianchi di completare il campionato, ai quali, però, si vanno a sommare i 600.000€ della fideiussione, condizione necessaria per il passaggio di quote dal Consorzio Segesta ad un nuovo acquirente. Qualora non si dovesse trovare nessun imprenditore disposto ad investire per il Savoia inizierebbe un lento declino che porterebbe, poi, all’apertura di un procedimento di fallimento per mancata liquidità, con la consegna dei libri contabili in Tribunale.
Intanto sabato prossimo c’è il sentito derby con la Casertana: con quale morale i calciatori scenderanno in campo?