L’ariete ex Cittanovese, si racconta per la prima volta alla redazione di Oplontini.
Il suo approdo a Torre Annunziata, ha destato grande curiosità tra i supporters oplontini. Stiamo parlando di Guido Abayian, girovago centravanti argentino (ha giocato in diverse parti del mondo) su cui ricadrà, nella stagione che sta per cominciare, il peso dell’attacco del Savoia, insieme, molto probabilmente, ad un altro partner di reparto che gli verrà affiancato. Lo abbiamo intervistato, per farci raccontare quelle che sono le sue prime sensazioni. Ci accoglie con un caloroso “buonasera!”.
Guido, raccontaci un po’ la tua storia. Dove nasci calcisticamente, da dove arrivi e dove hai giocato prima di approdare in Italia?
Sono nato in Argentina, a Neuquen. Sino si diciotto anni, mi sono formato con la casacca del Benfica, per poi rientrare in patria e giocare nella primavera del Gimnasia t Esgrima de la Plata (serie A). Dopo, mi sono trasferito in Cile, in serie B, quindi in Uruguay dove ho vestito due casacche diverse in massima serie e con una di esse, ho anche disputato una coppa internazionale. Sono seguite due esperienze in Gibilterra e dopo sei mesi, in Bulgaria, prima di fare nuovamente ritorno nel mio Paese, nella mia città, a Neuquen (serie C) prima di essere chiamato dalla Cittanovese che ha deciso di ingaggiarmi.
Come sei arrivato in Italia e chi ti ha scovato?
Sono giunto in Italia grazie ad un procuratore che conosceva, a sua volta, un mio amico uruguaiano, anch’egli procuratore e che si chiama Fabrizio Cancela. Mi hanno chiamato, e così sono arrivato qui.
La tua prima stagione in Italia e’ andata bene. Nove reti impreziosite dalla rete al Bari che ti ha fatto salire agli onori della cronaca. Sei soddisfatto del tuo impatto sul calcio italiano?
Certo che sono contento perché ci siamo piazzati al sesto posto in classifica, con una squadra che era partita con l’obiettivo della salvezza. Nove reti, non sono sicuramente poche, considerando anche il fatto che ho avuto, inizialmente, problemi con il transfert che hanno rallentato il mio esordio ed anche con alcuni infortuni che mi hanno fatto saltare molte partite. Sarò sempre grato alla Cittanovese per avermi dato l’opportunità di giungere in Italia ma io penso che un calciatore ambizioso, che punta a migliorarsi, non deve mai essere contento di se stesso, bensì cercare di crescere giorno dopo giorno, stagione dopo stagione. Il mio obiettivo, adesso, è quello di migliorare il mio score personale e dare una mano alla squadra a vincere.
Che differenza stai riscontrando tra il campionato italiano e quelli in cui hai giocato sinora?
Ogni campionato credo sia diverso e ognuno ha la sua particolarità e difficoltà, anche la serie D. Ho guardato alcune partite del girone H, e ammetto di aver riscontrato alcune differenze rispetto al girone I in cui era inserita la Cittanovese. Qui, in Italia, il calcio è molto tattico ed è per questo che mi piace molto e mi trovo bene, perché penso di essere, a mia volta, un calciatore molto tattico. Tra tutti i campionati che ho disputato in giro per il mondo, posso affermare che è quello in cui mi trovo, sinora, meglio.
Quali sono le tue caratteristiche e quale posizione prediligi in campo?
Come ho già detto prima, penso di essere un calciatore molto tattico. È logico che, considerando anche la mia stazza, mi piaccia giocare dentro l’area di rigore, aspettando che arrivi qualche pallone per sfruttare le mie abilità aeree, ma devo dirti che in realtà, preferisco giocare, avendo al mio fianco un compagno di reparto. Cerco, in ogni caso, di essere un giocatore versatile che si abitua a giocare in qualsiasi porzione del campo, pensando principalmente al bene della squadra, quello è il mio credo principale.
Conoscevi già il tecnico Parlato e in caso contrario, hai già avuto modo di incontrarlo in occasione del tuo arrivo a Torre Annunziata?
Non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo ma ci siamo sentiti a telefono e devo dirti che la sua volontà di avermi con se, insieme a quella del ds Mignano, sono state determinanti per orientare la mia scelta verso questa piazza. Del resto, quando la società di un club importante come il Savoia, ti chiama e ti fa discorsi chiari, concisi e precisi, è difficile dire di no. Tutto questo, mi ha convinto a cambiare completamente quella che era la mia scelta iniziale e ad accettare con felicità questa chiamata.
Quale è stato il primo impatto con la città?
Non ho ancora avuto modo di visitarla. Quando sono stato con la mia famiglia a Napoli, sono voluto passare a visitare stadio (bellissimo) ma la città non la conosco ancora.
Cosa ti aspetti per questa nuova esperienza e cosa senti di promettere ai tuoi nuovi tifosi?
Sono molto entusiasta di questa nuova opportunità e credo che sarà una grossa ma allo stesso tempo, bella sfida, per me è la mia famiglia. Prometto massimo impegno per aiutare la squadra a conseguire il suo obiettivo principale. È la cosa più importante, a mio avviso… Per ciò che invece concerne le mie aspettative personali ed il mio desiderio più grande, quelli te li svelerò’ a fine stagione (e ci lascia con un sorriso).