Il giovane esterno tunisino Hassen Rekik, a 360 gradi. Dai primi calci, fino al primo vero esame di maturità, con il Savoia.
In questo periodo storico in cui si parla tanto di immigrazione, anche il Savoia ha la sua piccola storia da raccontare. È quella di Hassen Rekik, il giovane tunisino classe 98′, che la famiglia Mazzamauro ha deciso di portare con se’, in questa nuova avventura a Torre Annunziata. La sua, è la favola che tanti ragazzini africani sognano di realizzare, lontano dai problemi e dalla difficoltà del proprio Paese di origine. Con lui, abbiamo ripercorso la prima parte della sua vita; dall’infanzia in Tunisia fino ai primi calci nella città che lo ha accolto, ovvero Agropoli, per poi parlare di presente, il Savoia.
Hassen, raccontaci un po’ la tua storia. Come è cominciata la tua avventura in Italia e nel mondo del calcio?
Come ben sapete, sono tunisino, nato a Tunisi. All’età di due anni, sono arrivato con mia madre, in Italia, ad Agropoli, dove abbiamo raggiunto mio padre che si trovava già qui per lavoro. Fu proprio lui ad iscrivermi, all’età di quattro anni, alla scuola calcio “Sacro cuore”. Da quel momento, è sbocciato un vero e proprio amore per il calcio, una autentica passione.
Poi, l’Agropoli. Ti sei subito messo in evidenza come uno dei prospetti più interessanti del calcio giovanile campano ma dopo aver esordito in prima squadra, hanno cominciato ad impiegarti con il contagocce e fuori posizione. Dunque, è giunta la rottura cui è seguita una vera e propria diatriba con l’Ercolano, per aggiudicarsi il tuo cartellino. Cosa successe esattamente?
Si, dopo essere stato ingaggiato dall’Agropoli, che ringrazio per avermi fatto crescere tanto sotto ogni punto di vista, ho subito bruciato le tappe, arrivando ad esordire in prima squadra, all’ età di sedici anni. Successivamente, durante la prima annata da under, ho collezionato 23 presenze senza siglare reti, ma come hai già anticipato tu, venivo impiegato poco e in una posizione a me poco congeniale. Il secondo anno, mi spediscono, dunque, in prestito all’Ercolanese. Lì, trovo un ambiente diverso, una squadra forte che mi aiuta a maturare ed un allenatore competente come Squillante, che funge per me da vero e proprio mentore, insegnandomi tanto. A fine stagione, mi ritrovo a collezionare ben 31 presenze, 4 reti e diversi assist e a raggiungere una finale play-off. Terminata la stagione, ritorno ad Agropoli ma non volevo più giocare in Eccellenza, dopo la buona stagione disputata in granata; nel frattempo, il direttore Mignano e la società, hanno fatto di tutto per tenermi, e dopo un lungo braccio di ferro, sono rimasto con loro. Non so esattamente cosa sia successo: c’è chi dice che l’Agropoli abbia sbagliato la pratica del mio tesseramento, trasferendomi a titolo gratuito all’Ercolanese, anziché in prestito, chi invece afferma che c’è stato lo zampino di qualcuno sotto. Fatto sta, che mi sono ritrovato, nel giro di pochi anni, al Savoia che ora detiene il mio cartellino.
Abbiamo, parlato, in un colpo solo, di Agropoli ed Ercolanese. Poi il grande salto di qualità; ti sei ritrovato, all’improvviso, al Savoia. All’inizio, l’emozione e la pressione di una piazza così esigente, non ti hanno permesso di esprimerti al meglio. Adesso, le cose stanno lentamente migliorando;stai crescendo e trovando maggiore continuità. In cosa pensi di dover ancora migliorare per diventare un calciatore completo?
Si, all’inizio è stato difficile ambientarsi e ci tengo a ringraziare la famiglia Mazzamauro, per essermi stata sempre vicina anche nei momenti difficili. Dovevo conquistarmi il posto da titolare e sono partito, molto spesso dalla panchina. Poi ci si è messa anche la sfortuna sotto porta e l’emozione, che mi hanno impedito di mettere a referto, qualche goal. Devo ancora migliorare tanto ed essere più continuo nelle prestazioni, al fine di poter diventare, un esterno completo. In piazze come questa, un calciatore, ha, secondo me, l’opportunità di crescere sotto tutti i punti di vista perché l’adrenalina e la pressione che ti trasmette, è da categoria superiore.
Qual e’, secondo te, il primo bilancio di questa nuova esperienza al Savoia. Emozioni, sensazioni?
In questo primo periodo, come ho già anticipato, avrei potuto fare di più, soprattutto dal punto di vista realizzativo. Spero che l’appuntamento con il goal arriverà al più presto, grazie anche allo splendido rapporto che ho con i miei compagni di squadra, dei ragazzi davvero eccezionali. Essendo un esterno, sto provando a migliorare sempre di più, l’intesa con il mio collega di reparto Del Sorbo, che mi sta facendo crescere e maturare sotto tutti i punti di vista. Da un calciatore come lui, c’è solo da imparare.
Sei contento, insomma, di essere giunto a Torre Annunziata e ti farebbe piacere restare?
Certo, sono contento di essere qui e dunque, perché non restare? Ovviamente, so che dipenderà tutto da me… Quest’ anno ci è capitato il girone H, il raggruppamento notoriamente più difficile in cui vi sono tante squadre attrezzate per vincere. Sinora, il campionato si sta dimostrando equilibrato; per quanto ci riguarda, stiamo pensando partita dopo partita, senza mai abbassare la concentrazione e la guardia perché basta un niente per ritrovarsi dalla zona play-off, catapultati nei quartieri bassi. Ce la metteremo tutta per provare a disputare un buon campionato e regalare una soddisfazione ai nostri tifosi.