Manca, Maglione e Luce. Solo Manca o Manca e Maglione. Amministratore unico, proprietario, presidente onorario e non. Nomi propri e nomi comuni che poco importano alla maggior parte della gente il cui unico scopo è veder giocare la propria squadra del cuore, gioire ed emozionarsi con lei alla domenica. Una cosa è certa: nonostante il successo sportivo dello scorso anno che ha visto Torre Annunziata tornare nel calcio che conta, successo che mancava da oltre 13 anni, in città non c’è entusiasmo. Anzi. Qualche giornalista più grande di me, un po’ di tempo fa, lo aveva detto. “State allontanando la gente dal vostro progetto”, “avete creato distanza” – sbottava nel corso di una conferenza stampa – rivolgendosi a Quirico Manca, presidente onorario. Adesso non posso che dargli ragione. La mancanza di chiarezza, i litigi, le mezze verità, le prese di posizione impossibili e, soprattutto, la mancata presentazione della squadra alla città, il rischio di non iscriversi al campionato per la questione Giraud, gli allenamenti a porte chiuse, le divise presentate in ritardo, le partite giocate a Pagani e Frattamaggiore, l’assoluta mancanza di un piano di marketing definito e di uno store, anche virtuale, dedicato alla vendita dei prodotti ufficiali (ogni giorno riceviamo da tutta Italia richieste di acquisto di divise, pantaloncini, sciarpe, tute, felpe etc.), le difficoltà nella sottoscrizione delle tessere del tifoso, la campagna abbonamenti lanciata in ritardo, le difficoltà nell’acquisto dei tagliandi hanno pesato e come nel rapporto con i tifosi e non solo. Anche il piano sponsorship, infatti, si è rivelato un vero e proprio flop con tantissime attività, storicamente ‘vicine’ al Savoia, che, stavolta, hanno fatto passo. Una disorganizzazione totale, insomma che non è passata indifferente agli occhi dei tifosi i quali, dopo l’ultimo episodio in cui Manca aveva palesato l’intenzione di mandar via Maglione, Bucaro e Obbedio, pur non avendone facoltà, episodio che ha fatto ‘sorridere’ mezza Italia calciofila, hanno dedicato uno striscione chiaro ed emblematico rivolto a chi, in questo momento, aldilà di cariche ufficiali, rappresenta il Savoia. “Manca, De Vito e Maglione state infangando il nostro blasone” recitava la ‘pezza’ in curva sud nella gara col Lecce, pochi minuti dopo a far da eco un altro messaggio arrivava dal settore distinti, altrettanto chiaro: “questa società non ci rappresenta”. Perché si è arrivati a tutto questo? La gente non ha fiducia, ha troppa paura che il giocattolo possa rompersi ancora una volta. L’assenza di Manca, non pervenuto ad Aversa, con il Lecce e a Barletta, non è certo un segnale positivo. Sebbene quello che viviamo sia un momento storico difficile per il calcio in genere, che a causa di tessere del tifoso, pay per view e streaming gratuiti vede sempre più gente allontanarsi dagli spalti, non è così semplice spiegare cosa sta accadendo nella nostra città che, fino a qualche anno fa, era capace di imprese impossibili, calcisticamente parlando, come, ad esempio, i seimila di Savoia-Gladiator. Quell’amore indissolubile tra la città ed il Savoia sembra essersi affievolito, maltrattato e bistrattato da chi, forse inconsapevole di quanto importante sia il ruolo che svolge, ha affrontato i propri impegni con sufficienza, senza ‘amore’. Ed ecco che la passione accesa nella scorsa stagione da Lazzaro Luce che, invece, metteva tutto se stesso nell’avventura torrese è andata via via spegnendosi, fino ad allontanare un bel po’ di persone dal Giraud, nonostante la Lega PRO. E forse il compito più arduo, aldilà della salvezza e di garantire un futuro solido al sodalizio oplontino, vi è proprio quello di ricucire questo rapporto, riportandolo allo splendore di sempre.