L’ex capitano dei bianchi, Francesco Scarpa:”Pagani casa mia, ma il Savoia l’ho tatuato sulla pelle”

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Intervista al grande ex capitano dei bianchi Francesco Scarpa, che il Savoia ha deciso di tatuarselo sulla sua pelle.

Se vi diciamo “il capitano dei capitani” voi a chi pensate? Scommettiamo senza alcun dubbio, al torrese d.o.c Francesco Scarpa, che questa maglia e questi colori ce l’ha tatuati addirittura sulla sua pelle, che per la sua squadra del cuore sarebbe uscito dal campo con la maglia sporca non solo di sudore ma anche di sangue. Come recitava un vecchio detto latino “nemo profeta in patria”, e’ piuttosto raro trionfare ed emergere nella propria città natale eppure lui ci e’ riuscito, sovvertendo persino le antiche massime, sempre profetiche ed attuali. Sono passati già circa sette anni da quando il fantasista oplontino, realizzo’ finalmente il suo sogno sin da bambino, ovvero poter giocare nella squadra di cui era sempre stato tifoso. A portarlo a Torre Annunziata, fu il vulcanico presidente Lazzaro Luce che costruì una vera e propria corazzata in grado di dettare legge dalle prime giornate di campionato fino al termine dei giochi e lui di quella macchina tritatutto, fu uno dei perni principali mettendo a segno la bellezza di 24 reti. A quale tifoso dei bianchi, non capita ancora oggi di andare a rivedere più volte, i video delle partite disputate in quella stagione? Era uno spettacolo ammirare il funzionamento di quell’ingranaggio perfetto ed un orgoglio constatare come in campo, l’ex capitano oplontino difendeva la sua “torresita’”. Ricordiamo, tra i tanti episodi, solo per citarne alcuni, quello in cui Scarpa esibì al termine del big-match disputato all”Esseneto” di Agrigento, la sciarpa del Savoia davanti ad ottomila spettatori avversari, sprezzante di ogni pericolo. A lui però non importava; mostrava quella incoscienza tipica di un ragazzino che faceva parlare il cuore senza riuscire a sentire ciò che gli consigliava la ragione. Quella favola, però, non ebbe purtroppo un lieto fine e dopo neanche un anno, il Savoia fu costretto ad abbandonare quella Legapro, inseguita da tanti anni. Una ferita ancora aperta che Scarpa porta ancora dentro ma che e’ riuscito a rimarginare nella vicina Pagani, dove ha trovato una seconda giovinezza, dove e’ stato accolto sin da subito come a casa, riuscendo a rivivere quelle emozioni che pensava di non poter riprovare più. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente, subito dopo l’allenamento pomeridiano in vista del prossimo match contro il “Bari”, per parlare con lui dei suoi due amori: Il Savoia e la Paganese.

Francesco, a Pagani, stai vivendo una seconda giovinezza ed all’età di quarantuno anni, riesci ancora ad esprimerti a grandi livelli. Sei ormai vicino a raggiungere le duecento presenze in maglia azzurrostellata, record assoluto nella storia del club. Quale e’ il segreto di questa longevità calcistica?

Il segreto è quello di allenarsi bene e mangiare in maniera sana. Mi sento bene e tra sette gare, e’ ormai vicino il traguardo delle duecento presenze con questa maglia, un record assoluto nella storia del club. Inoltre, si comincia a parlare anche di un rinnovo contrattuale per cui sono doppiamente felice.

Come a Torre Annunziata, anche a Pagani hai dato e stai dando tutto. Sono rimaste impresse tra i tifosi, le tue lacrime al termine del match dello scorso anno disputato contro il Bisceglie, che sancì la retrocessione sul campo del Bisceglie. La società ha voluto premiarti quest’anno, anche per il tuo attaccamento a questi colori?

A questi colori, come sapete, sono molto legato e l’ho sempre dimostrato anche se ti posso garantire che non e’ stato quello il motivo per cui la società mi ha riconfermato. Conosco bene il presidente e so quanto sia esigente; se un giocatore non merita sul campo la riconferma, non fa eccezione per nessuno nonostante il rapporto di affetto che si viene a stabilire. Penso, piuttosto, di essermi meritato di restare grazie all’apporto che ho dato sul rettangolo verde.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Pensi ancora di giocare a lungo?

Le prestazioni, per il momento, dimostrano che al di la’ del discorso tecnico, sono fisicamente integro ed ho ancora tanti stimoli. Per il momento, dunque, non penso ancora di smettere. In futuro invece, mi piacerebbe restare ancora a Pagani ed entrare a far parte della dirigenza.

In campo, infatti, corri ancora un ragazzino ed anche domenica scorsa contro la Juve Stabia, sei stato tra i più positivi. Stai dimostrando di essere un grande professionista anche perché la serie C, diventa ogni anno sempre più difficile, con grandi piazze che duellano per conquistare un posto in paradiso…

Si, il girone C e’ un raggruppamento di ferro ma ti ripeto, mi diverto ancora e giocare contro avversari blasonati, su campi come Bari, Catanzaro, Catania etc., mi da sempre nuovi stimoli.

Dove può arrivare secondo te questa Paganese, una squadra che già da alcuni anni, ha abbracciato una politica verde, lanciando tanti giovani di talento e affidando ad alcuni over esperti come te, il ruolo di chioccia per a farli crescere al meglio?

Siamo una buona squadra il cui obiettivo però, resta la salvezza. Appena la avremo raggiunta, potremo provare ad ottenere qualcosa in più. La rosa è composta da tanti giovani che hanno però già accumulato tanta esperienza in questo campionato, con cinque over, tra cui me, che garantiscono un po’ di esperienza in più sempre importante in un torneo difficile come la serie C.

Hai vissuto e stai vivendo emozioni forti in due piazze come Torre Annunziata e Pagani. Hai riscontrato differenze e similitudini tra le due realtà?

Torre Annunziata e’ la mia città e ovviamente la amo ma la tifoseria della Paganese, e’ un’altra cosa. A Pagani, stravedono per me: Qui sono considerato alla stregua di Totti o Maradona, per fare un esempio.

Invece al Savoia, non hai percepito lo stesso amore?

Non dico questo. Quando sono arrivato al Savoia, ho realizzato il sogno che avevo da ragazzino ovvero giocare per la squadra di cui sono sempre stato tifoso ma giocare nella squadra della propria città non e’ mai facile. Tutti chiedono sempre di più da te e senti maggiormente la pressione. Anche a Pagani, quando giochi bene ti lodano e quando fai male, ti criticano ma qui sono considerato come un vero e proprio idolo.

Quando indossavi la maglia dal Savoia, raddoppiavi però le energie e lo testimonia il fatto che hai fatto sin qui la tua migliore stagione, dal punto di vista realizzativo. Te lo si vedeva negli occhi, si percepiva nelle parole, con quale trasporto difendevi quei colori come quando ad Agropoli, rincorresti e strattonasti Vitale, che dopo aver segnato mimo’ alcuni gesti offensivi nei confronti della tifoseria oplontina…

Il Savoia e’ la mia squadra del cuore e lo sarà per sempre. Del resto, ce l’ho persino tatuata sulla pelle e per me, indossare quella maglia, era come vestire i colori della Nazionale. Soltanto chi ha vissuto le emozioni di giocare per la squadra di cui e’ sempre stato tifoso, puo’ capire cosa si prova. Hai citato l’episodio di Agropoli, ma ricordo ad esempio, la partita di Agrigento quando a fine gara, ho mostrato con orgoglio la sciarpa del Savoia davanti ad ottomila tifosi che in quel momento avrebbero voluto ucciderci, sportivamente parlando.

Ti faccio una domanda scontata se ti chiedo se segui ancora il Savoia e cosa pensi dell’attuale proprietà e del campionato che sta disputando?

Certo, e’ la squadra di cui sono tifoso quindi chiaro che si. Lo dissi già ad inizio campionato che secondo me il Savoia vincerà sicuramente il campionato. Ci sono avversari tosti come Latina e Monterosi ed ovviamente nessun tipo di girone e’ mai facile ma sono convinto che ce la farà. In quanto alla società, posso dire che sembra essere molto seria e preparata, ciò che ci voleva per costruire qualcosa di importante come merita la piazza.

E della spinosa questione dei lavori di adeguamento del Giraud, ti sei fatto una idea? Sei informato in merito?

Si, la sto seguendo e dico che sarebbe un grande peccato se il Savoia si ritrovasse a vincere il campionato senza avere lo stadio pronto anche perché per programmare un futuro importante, non si può prescindere dell’impianto sportivo.

In questi anni alcune voci ti hanno dato più volte vicino ad un tuo ritorno in maglia bianca. Quanto c’è di vero?

In realtà, sono stato accostato al Savoia lo scorso anno ma niente di concreto. Più che altro, il mio ritorno e’ stato sponsorizzato più da terze persone che premevano per riportami a Torre ma non ho mai avuto contatti con la società. Con il senno del poi, meglio così perché qui a Pagani sto avendo l’opportunità di potermi continuare ad esprimere in una categoria importante come la serie C.

Avete già giocato in campionato contro la Turris, vincendo in trasferta per 0-3. Voglio provare a farti una domanda, non so se hai già capito cosa voglio chiederti. Se segnerai nella gara di ritorno, hai in serbo qualche sorpresa proprio come in quel famoso derby con la Nocerina?

E’ una sorpresa (sorride), non posso dirtelo.

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