Una volta terminata la pandemia, il mondo dovrà fare i conti con un’altra emergenza, quella economica, che inevitabilmente colpirà anche il mondo del calcio, con molte società dilettantistiche e non solo sull’orlo del baratro. Abbiamo intervistato il direttore generale del Savoia, Giovanni Rais che ci ha fatto un sunto di quella che sin ora è la situazione e delle decisioni dei vertici federali che tardano ad arrivare. Ecco l’intervista:
- “Direttore, in primis le volevamo chiedere nel caso in cui si interrompa il campionato, la società in che modo intende procedere?”
“Al momento non so dirti in che modo agirà la società e anche se dovesse essere interrotto, di sicuro la Lega dovrà dare delle soluzioni. Noi stiamo aspettando e cercheremo di capire il prima possibile quali sono le intenzioni della Lega”
- “Le squadre dilettantistiche tutte insieme hanno cercato di far arrivare una proposta alla Lega?”
“Per quanto riguarda la Serie D, è molto difficile che a livello nazionale qualcuno si esprima poiché per molte squadre del settentrione, il campionato è da considerarsi concluso per il fatto che non ci sono le condizioni sanitarie tali da permettere una ripresa delle attività e ripeto soprattutto per le regioni del nord che hanno subito il grosso di questa pandemia.
Per quanto riguarda i gironi meridionali, io avevo avanzato la mia proposta ma vedo che alla fine ognuno tira l’acqua al proprio mulino, per cui visto che non c’è unità di intenti, bisogna soltanto aspettare le decisioni della Lega. Personalmente, non vedo per quale motivo dovrei avvalorare proposte che parlano di “cristallizzazione” del campionato e di non giocare play-off e play-out, non lo trovo giusto”
- “Tutte le squadre adesso saranno in una condizione economica molto difficile. Pensare ad un taglio degli stipendi sarebbe pura follia perché i giocatori di Serie D ovviamente non guadagnano come di quelli di Serie A. Secondo lei quale potrebbe essere una soluzione?”
“Questo è un altro problema molto importante! I giocatori di Serie D, purtroppo, non sono tutelati come i professionisti e arrivati a questo punto sarebbe necessaria una riforma anche per cercare di risolvere questo problema. Non sappiamo se ci sarà un “paracadute” che in parte possa coprire gli stipendi di Marzo, Aprile e Maggio e credo che la Lega debba esprimersi il prima possibile e far capire se è d’accordo o meno con le decisioni prese da ogni singola società. Siamo sempre in attesa perché purtroppo nessuno prende una decisione. Pensare ad una ripresa del campionato, inoltre, credo sia difficile dal momento che i giocatori sono fermi da 1 mese“.
- “Direttore ci parli della proposta che lei aveva avanzato…”
“Ascoltando le problematiche di tutti, avevo proposto una soluzione comune che comprendeva: promozione diretta della 1° e della 2° classificata oppure la promozione diretta della 1° e della vincitrice dei play-off, ma se ad esempio ci fosse stata tra la 2° e la 3° classificata un distacco maggiore di 5 punti, allora in quel caso promuovere direttamente la 2° classificata.
Questa, però, non era l’unica proposta che io avevo avanzato, infatti in aggiunta non dovevano esserci retrocessioni e le squadre che occupavano le posizioni dalla sesta alla quintultima avrebbero beneficiato di una decurtazione sulla quota di iscrizione il prossimo anno; per cui davo una soluzione che scontentava meno persone possibili e infatti tutte squadre che ho appena citato erano d’accordo. Poi, però, sono venute fuori proposte allucinanti del tipo nessuna retrocessione, i play-off e i play-out non andavano disputati e la quota d’iscrizione sarebbe stata gratis per la stagione 2020/2021. Credo che se la mia proposta sia stata definita pura “utopia”, questa invece è pura fantascienza. Avevo letto, però, che Pergolizzi era d’accordo sulle mie proposte, per cui chi mastica calcio a certi livelli, ha capito quale era il mio intento“