La forza del gruppo, la vera arma di una squadra che adesso non vuole più fermarsi…
(Foto il Cigno art)
Circa un mese fa, subito dopo il fischio finale del match disputato contro l’Fc Messina, la squadra di Parlato ritornava negli spogliatoi a capo chino e sotto una pioggia di fischi: oggi, rinasce improvvisamente a nuova vita, ironia della sorte, proprio contro l’altra compagine peloritana, l’Acr, andandosi a prendere i meritati gli applausi di tutti e tre i settori e imboccando il tunnel che riporta i ventidue calciatori nel ventre del “Giraud”, tra il tripudio e l’ovazione generale. La partita di eri è stato il suggello di un mese incredibile, indimenticabile, un mese nel quale i bianchi hanno sconfitto, nell’ordine, la corazzata Palermo, il Nola, il Giugliano, la Palmese e il Messina travolgendole con le armi della corsa, della tecnica, e con quel ritrovato animo pugnace, che è una prerogativa fondamentale per duellare in un campionato così fisico come la serie D. Il primo tempo disputato ieri da capitan Poziello e company, è una dolce sinfonia, una melodia che ha ammaliato tutti gli astanti così come Orfeo fece con i suoi nemici per riportare a casa la sua amata Euridice. Pressing alto, verticalizzazioni e numerose palle goal costruite sono state una vera e propria costante della gara che non ha dato respiro agli ospiti, incapaci di reagire all’impeto ed alla veemenza degli oplontini. Ma il momento più bello della gara, è stato quello immediatamente successivo alla rete di Cerone, quando tutti sono corsi verso la panchina per abbracciare il proprio compagno ed il proprio tecnico. Confesso anche io di essermi un tantino emozionato nel vedere quella scena. Si percepisce nell’aria che questo è un gruppo di amici, prima ancora che compagni di squadra, un gruppo che nelle difficoltà si è compattato ritrovando dentro di se’ quella forza e quell’energia per rialzarsi e riprendere a correre nonostante due o tre colpi che avrebbero messo k.o qualsiasi pugile. Intervistando la scorsa settimana proprio il fantasista oplontino ex Avezzano, ho capito, ho sentito nell’aria la forza contagiosa di un gruppo unito, del quale proprio Cerone, con la sua umiltà e positività è uno dei leader, un gruppo che vuole regalare alla società e tutto l’ambiente un sogno che fino a poco tempo fa, restava mera utopia. Fino a qualche mese fa, sono sincero, ero tra gli scettici a cui non piaceva il modo di giocare della squadra, prevedibile e farraginoso, quasi tutto palla lunga e pedalare anche quando si vinceva e francamente non riuscivo a spiegarmi il perché, considerato il curriculum di Parlato. Poi di colpo la trasformazione: l’ex allenatore di Padova e Rieti, si è messo in gioco, ha sperimentato e stravolto proprio come fanno gli allenatori preparati e competenti, si è chiuso nel silenzio del suo laboratorio e rispondendo alle critiche con sudore e lavoro, ha rigenerato “ex novo” il suo Savoia che ora pare una squadra diversa sia nel modo di approcciare la gara che dal punto di vista della condizione atletica (tutti arrivano prima sulla palla e ciò consente di rubare più velocemente la sfera agli avversari e ripartire improvvisamente, perché quando la squadra è statica e sulle gambe, dai modo agli avversari di marcarti più agevolmente e ne risente di conseguenza anche la costruzione de gioco). E se anche gli under della rosa fanno registrare dei miglioramenti da gigante, sotto la sua sapiente guida, sia dal punto di vista tecnico che tattico, non c’è altro da fare che togliersi il cappello ed applaudire. Sarebbe un peccato dunque, fermarsi proprio ora che il percorso che fino a poco tempo fa era sbarrato da un vicolo cieco, e’ stato tracciato facendo apparire all’orizzonte un barlume di luce. Questo gruppo, comunque vada, sta già compiendo qualcosa di grande ma se riuscirà addirittura a rendere possibile l’impossibile realizzando un’impresa titanica, scolpirà per sempre nella storia di questo glorioso club, un marchio indelebile.