Le ultime tre partite hanno fatto suonare un campanello d’allarme. Serve una repentina scossa, per restituire fiducia e tranquillità all’ambiente.
Le ultime tre partite contro Taranto, Gragnano e Cerignola, hanno fatto scattare un campanello d’allarme e messo in evidenza tutti i limiti di una squadra che (ma che del resto, già si conoscevano o, meglio prevedevano, considerato l’obiettivo salvezza proclamato ad inizio stagione) ha fatto notevoli passi indietro rispetto alle precedenti apparizioni. Se contro i delfini ionici, la prestazione e’ stata comunque da salvare e la sconfitta, decisamente immeritata per ciò che si e’ visto sul rettangolo verde, le performance contro i “le cicogne” pugliesi e soprattutto, i “pastai”, hanno enormemente deluso. Ci può sicuramente stare di perdere tra le mura amiche contro un Cerignola indubbiamente più forte e attrezzato per il salto di categoria ma i mugugni manifestati dall’ambiente riguardano, principalmente, l’atteggiamento della squadra, priva di idee e incapace di rispondere con una reazione di orgoglio. Basti pensare che nell’arco di 180 minuti, i bianchi avranno tirato in porta si e no 4-5 volte ed e’ risaputo che se non crei gioco e occasioni, difficilmente puoi pensare di portare a casa punti. Proprio questa, è una delle carenze più lapalissiane di cui soffre la squadra di Squillante; ci si avvicina alla porta avversaria con il contagocce e ciò e’ da attribuire alla mancanza di calciatori chiave nell’undici iniziale. La partenza di un regista puro come Liccardo e l’infortunio di Ausiello, sono stati (del resto, basta vedere i risultati) senza dubbio perniciosi per la mediana oplontina che si e’ ritrovata, di colpo, priva di due calciatori, in grado, rispettivamente, di costruire il gioco e di inserirsi nel cuore delle difese avversarie. Se a ciò, aggiungiamo anche l’assenza di Alvino, l’unico che sugli esterni, e’ in grado di saltare l’uomo, si può facilmente spiegare la ragione di queste difficoltà. L’ex tecnico Ercolanese, ha da sempre preferito che le sue squadre, costruissero l’azione dalle retrovie. Anche al Savoia, molto spesso, e’ Poziello che imposta il gioco con i suoi lanci lunghi a cercare la testa di Del Sorbo, un centravanti boa, che fa egregiamente il suo compito, suda ogni domenica la maglia, ma a cui non si possono chiedere tanti goal a stagione, visto che il suo compito resta principalmente quello di far salire la squadra e spizzare palloni per i due esterni e per i centrocampisti che debbono inserirsi. Al momento, però, mancano calciatori in grado di svolgere tale compito. Felici e Tedesco, sono più fantasisti che mezz’ale in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica mentre, se si eccettua l’infortunato Ausiello, Gatto e D’Ancora sono più metronomi con licenza di mordere le caviglie degli avversari (quest’ultimo, è, tra l’altro, ancora fuori condizione). Indebolitosi improvvisamente il centrocampo, ne hanno risentito, di colpo, anche gli altri reparti, soprattutto l’attacco che ha già dei limiti, poc’anzi evidenziati. Un po’, dunque, per scelta del tecnico, un po’ per mancanza di tali elementi, si costruisce poco palla a terra e molto per vie aeree. Se non si riesce, però, a creare occasioni da rete, prima o poi il goal lo subisci e risulterà difficile recuperare lo svantaggio. Cosa occorre dunque? Una semplice scossa, anzi due. La squadra deve mantenere alta la concentrazione, evitare inutili cartellini rossi e recuperare quella grinta che prima pareva esserci e che ora si è’ un po’ smarrita; il tecnico, invece, deve essere bravo a trovare la chiave giusta per dare a quest’ultima, un gioco che meglio si confà agli elementi che ha a disposizione. Evitare di intestardirsi, portando avanti, sempre e comunque la sua filosofia di calcio e cominciare a diventare più camaleontico, evitando nel contempo uscite troppo “passionali” in sala stampa, che possono soltanto minare la tranquillità dello spogliatoio. Il Savoia, del resto, se recupera a pieno regime i suoi uomini migliori, può agevolmente raggiungere l’obiettivo prefissatosi. Ha tutti i mezzi per poterlo fare e lo ha dimostrato. L’ambiente non chiede tanto;sa che si dovrà soffrire e che durante il cammino ci saranno compagini più forti, contro cui, probabilmente, si potranno perdere punti. Chiede, soltanto, di rivedere quella grinta messa in mostra nelle primissime partite.