I tre tecnici che si sono susseguiti negli ultimi anni, sulla panchina del Savoia, hanno applicato lo stesso modulo, spesso con sfumature simili ma nello stesso tempo, diverse.
Negli ultimi tre anni, il Savoia sta provando la scalata alla serie C, attraverso lo stesso sistema di gioco, ovvero il 3-5-2. Fu l’allora tecnico Salvatore Campilongo a cominciare, per primo, ad utilizzare quel modulo, subentrando al collega Luigi Squillante che invece utilizzava un più offensivo 4-3-3. Da allora, chi si e’ susseguito sulla panchina dei bianchi, ha portato avanti quella stessa idea di gioco, seppur, ovviamente, con sfumature tattiche diverse. Carmine Parlato, l’anno scorso, comincio’ con il 4-2-3-1, salvo poi convertirsi poiché si rese conto che le caratteristiche dei giocatori che aveva in rosa, erano più adatte a fargli indossare quel tipo di vestito. La scelta si rivelò felice perché da quel momento, gli oplontini cominciarono a macinare gioco e a conquistare punti, dimostrandosi una squadra molto compatta e difficile da penetrare. Nella stagione appena cominciata, si e’ deciso dunque di continuare a perseguire la strada della continuità, benché molti interpreti siano nel frattempo cambiati, puntando su un tecnico giovane e dal carattere forte, cresciuto proprio all’ombra di quel 3-5-2 del suo ex maestro Walter Mazzarri, uno dei pochi allenatori in Italia che ha insistito fortemente su tale modulo e che proprio su quest’ultimo, ha costruito gran parte dei suoi successi. Fu precisamente alla fine degli anni 70’ che questo nuovo sistema di gioco comincio’ a svilupparsi, sia come evoluzione del classico catenaccio che come una derivazione della zona mista, soprattutto per la capacità di poter ribaltare velocemente l’azione, da difensiva ad offensiva, attraverso l’arma del contropiede. E’ però all’Argentina del tecnico Bilardo, vincitore del campionato del mondo Nell’ 86’, che si può ricondurre la nascita del 3-5-2 inteso in senso moderno. Negli anni 90’, poi, i successi in Scozia, dei Rangers di Smith, vincitori di sette titoli consecutivi e quelli di Nevio Scala sulla panchina del Parma, fecero si che attecchisse rapidamente, un po’ ovunque. Negli ultimi anni, altre affermazioni arrivarono con il Perugia di Cosmi, vincitore della Coppa Intertoto e con la Juventus di Conte e Allegri, vincitrice di sette scudetti consecutivi. A questi ultimi, va il merito di aver saputo ulteriormente evolvere questo modulo, trasformandolo da difensivo ad offensivo, innovazione a cui sta partecipando Simone Inzaghi, con la sua Lazio. Il tecnico piacentino sta riuscendo a coniugare risultati e bel gioco.
Come si struttura il 3-5-2
Questo tipo di schieramento tattico e’ considerato più difensivo che offensivo, poiché in fase di transizione negativa, la linea arretrata può diventare a cinque grazie alle diagonali dei due esterni in fase di ripiegamento. Sono proprio questi ultimi, a svolgere il ruolo più importante; devono disporre di una buona capacità aerobica, resistenza ma anche tecnica per garantire superiorità numerica nelle due fasi. La linea mediana, invece, deve essere composta da calciatori dinamici e con forte senso della posizione, soprattutto per coloro i quali stazionano nel vertice basso. Proprio questa mobilità, permette all’allenatore di variare l’altezza del pressing, e di posizionare il baricentro della squadra dove e’ più utile. La costruzione del gioco, avviene principalmente dal basso con i tre centrali che oltre ad essere prestanti fisicamente, devono essere dotati di rapidità. Due tra essi, sono deputati alla marcatura ad uomo mentre il terzo, agisce da libero per chiudere eventuali falle. Come anticipato prima, ogni allenatore imprime quelle che sono le sue sfumature. Campilongo, per esempio, giocava con due punte di ruolo (Del Sorbo e Diakite’) ed una mezzala, Alvino, pronto ad alzarsi nel ruolo di trequartista. Stessa cosa, faceva anche Parlato, il quale giocava con Diakite’ e Scalzone in avanti, arretrando Cerone nel ruolo di mezzala, anche se in realtà, era più un fantasista perché non possedeva i tempi di inserimento che invece aveva Osuji il quale, spostato in quel ruolo, comincio’ a fare la differenza. Due punte di ruolo, utilizza anche Aronica, con Fornito che in fase di transizione positiva, si inserisce per creare un collegamento tra centrocampo e attacco. Tutti e tre, dunque, hanno applicato ed applicano un 3-5-2 molto più simile in realtà, a quello di Conte che a quello di Mazzarri, che prediligeva una sola punta di ruolo, supportata da due fantasisti, filosofia seguita anche da Inzaghi. In sintesi quindi, questo tipo di modulo, necessita degli interpreti giusti, per poter funzionare al meglio. Tutto ruota intorno all’efficace funzionamento della linea mediana: Quando i due esterni memorizzano i due movimenti (ripiegamento e proiezione offensiva), consentono alla squadra di poter difendere in cinque ed attaccare in quattro, provando a penetrare la difesa avversarie sia internamente che esternamente. E’ garantito quindi, un certo equilibrio ottimale ad entrambe le fasi. I centrocampisti invece, devono essere molto mobili per proteggere la costruzione dal basso; inoltre, attraverso piccoli spostamenti dei giocatori interni, si possono sfruttare al meglio le corsie esterne e quindi sfruttare al meglio, l’ampiezza. Ovviamente, questo modo di giocare e’ molto più efficace in trasferta, dove si aprono più spazi per le ripartenze, piuttosto che in casa, quando si chiudono gli spazi e diventa, di conseguenza, complicato costruire gioco e coprire l’ampiezza. Ed ecco che a questo punto diventa importante disporre di ricambi di qualità che nei ruoli prima citati, possono garantire la superiorità numerica e consentire in tal modo, di rompere gli equilibri.