Intervista al protagonista di domenica scorsa, l’attaccante argentino David Depetris.
Ci sono voluti circa due mesi per spezzare un incantesimo che perdurava dalla trasferta di Formia. La vittoria casalinga con il Carbonia, ha se non altro, restituito un pò di morale ad un ambiente teso e depresso a causa di una situazione di classifica per niente idilliaca e molto lontana dagli obiettivi prefissati ad inizio stagione. Inoltre, è servita a rompere (o perlomeno, si spera) altri due sortilegi che solitamente, quando le cose non vanno bene, si susseguono in un rapporto di causa-effetto: La sterilità offensiva che nelle ultime otto partite, aveva portato in dote, soltanto due reti (nel recupero con l’ Afragolese) e il ritorno ad una doppietta, evento raro, quest’anno, da queste parti e che, ironia della sorte, mancava proprio dalla gara di andata con il Carbonia. A siglarla, fu, ovviamente, Giovanni Kyeremateng, bomber della rosa con 10 reti, quasi la metà di quelle messe a referto dai bianchi. Scriviamo “ovviamente” perché da quando l’italo-senegalese ha smesso di segnare, non l’ha fatto più nessuno. Dopo di lui, bisogna scendere di molto, per trovare quattro calciatori a quota due, di cui solo uno, è un suo collega di reparto e che in questa mini-classifica, ci è tra l’altro entrato, solo pochi giorni fa. Stiamo parlando dell’ argentino David Depetris, oggetto misterioso sino al decimo del primo tempo, quando ha deciso di salire in cattedra e di dimostrare, di cosa è capace. D’accordo, le sue possono essere state anche reti dal coefficiente di difficoltà non troppo elevato ma in un reparto offensivo in cui i tanti calciatori che si sono succeduti, non si sono certo distinti per precisione e freddezza sotto porta, il suo istinto del goal, ha impressionato positivamente. Ci voleva, insomma, un pò di “garra” sudamericana per scuotere i bianchi che adesso, avranno il dovere morale di concludere il campionato, nel miglior modo possibile. Inoltre, questo periodo, costituirà un importante banco di prova per tanti elementi della rosa, consapevoli di doversi meritare una riconferma. Ne è conscio, anche il centravanti argentino che dopo un primo periodo di ambientamento, vuole continuare a fare bene per conquistarsi un posto da titolare nell’undici di mister Ferraro. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente per parlare con lui, di vari argomenti.
Raccontaci un pò di te. Dove hai giocato prima di arrivare in Italia?
Ho iniziato a giocare da professionista nell’ Atletico Rafaela, in serie B argentina. Successivamente, mi sono trasferito in Slovacchia, all’ As Trencin, squadra in cui ho militato cinque anni e che mi ha aiutato a crescere molto, sotto tutti i punti di vista. Ho continuato, in seguito, a girare molto. Sono stato in Turchia, Messico e Repubblica Ceca per poi ritornare nuovamente al Trencin, dove ho raggiunto il record di attaccante più prolifico del club. Infine, è arrivata finalmente l’ Italia, grazie alla chiamata del Savoia.
Come tutti i calciatori stranieri che non hanno familiarità con il calcio italiano, ti ci è voluto un pò per ambientarti. Ora, con la doppietta di domenica, condita da una buona prestazione, hai dimostrato di aver fatto dei grandi progressi. Quanto è diverso il nostro calcio rispetto a quello che hai trovato nei Paesi in cui hai militato?
Prima di arrivare al Savoia, mi stavo allenando da solo da circa un mese, per cui era prevedibile che le prime settimane non sarebbero state facili per me. Però non ho mollato: Ho continuato ad allenarmi sempre al massimo, rispettando le scelte dell’allenatore e aspettando che arrivasse il mio momento. Sono felice per le due reti segnate e per la vittoria. Questo è un campionato difficile per cui bisogna farsi trovare sempre pronti e dare sempre il massimo.
Come ti trovi a Torre Annunziata? Chi ti ha aiutato maggiormente ad ambientarti?
Da quando sono arrivato qui, sono stato accolto subito bene. Boccioletti, il quale parla come me, lo spagnolo, mi ha aiutato ad integrarmi rapidamente e mi ritengo fortunato perché ho trovato un gruppo sano e compatto, con il quale ho legato molto.
Le parole rilasciate dal presidente in settimana, sono state molto dure. A quanto pare, vista la reazione di orgoglio mostrata domenica, devono avervi ferito molto…
Ho molto rispetto per la famiglia Mazzamauro. Siamo molto fortunati perchè la nostra è una società che non ci fa mancare nulla, dunque è comprensibile che un pò di delusione ci sia. Siamo consapevoli che tutti si aspettano da noi, risultati diversi per cui, dobbiamo continuare a lavorare duramente e a vincere più partite possibili, da qui sino alla fine della stagione.
Sebbene tu sia arrivato qui da poco, che idea ti sei fatto del perché il Savoia non ha reso secondo le aspettative?
Come hai detto tu, sono qui da poco per cui non spetta a me fare questo tipo di valutazione. Posso solo dire che io ed i miei compagni dobbiamo dare il 100% per provare a regalare soddisfazioni alla società ed ai tifosi.
Tanti di voi, saranno sotto esame sino a fine stagione e si giocheranno una possibile riconferma. Questo sarà un ulteriore sprone a fare bene?
Nel calcio, si è costantemente sotto esame per cui, bisogna pensare solo a presente. Dare il massimo ora, senza fare troppi calcoli. Ci sarà tempo per pensare al futuro.
A proposito di futuro, quali sono i tuoi obiettivi? Ti piacerebbe restare il prossimo anno, per provare a raggiungere nuovamente l’obiettivo promozione?
Nell’ immediato, il mio obiettivo è quello di aiutare la squadra a vincere e a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Il Savoia è un club molto importante; qui ho trovato una società molto organizzata ed una rosa di spessore. Posso dunque affermare di trovarmi bene a Torre Annunziata, ed il mio sogno è quello di vincere il campionato con questa maglia.