L’ex ala destra oplontina, ci parla della sua nuova avventura all’Hamrun Spartans, società che milita nel massimo campionato maltese e coglie l’occasione anche per ricordare il suo recente passato in maglia bianca.
Ci sono calciatori che dopo tante stagioni disputate nello stesso club, non sono in grado di lasciare il segno ed entrare nel cuore dei tifosi ed altri, invece, a cui ne basta una per essere ricordati. Appartiene a questa schiera, Kevin Tulimieri, il giocoliere che ha allietato il “Giraud”, pochi anni fa, nel campionato di Eccellenza, a cui i bianchi hanno preso parte durante la gestione dell’ ex presidente Altea e di Gaetano Battiloro, due che sicuramente saranno ricordati da queste parti, soltanto per i risultati negativi e la mancanza di programmazione. In quel cono d’ombra, brillo’ una stella che con le sue giocate e le sue reti (14 in 26 presenze) stava riuscendo nell’impresa di traghettare una squadra alquanto modesta, in serie D. Purtroppo, le cose non andarono però nel verso giusto e dopo aver concluso la stagione al terzo posto, gli oplontini furono eliminati al primo turno dei play-off, dal San Giorgio. Lo abbiamo raggiunto a Malta, dove si è’ trasferito quest’anno per giocare nella prima divisione nazionale. Dopo aver disputato un’altra grande stagione in serie D nel Molfetta, non è’ incredibilmente arrivata per lui, nessuna chiamata da società di categoria superiore, è così ha dovuto ricominciare dall’estero, come accade ormai di consueto a tanti nostri giovani costretti ad emigrare perché frenati, nella propria carriera, da una meritocrazia pressoché assente nel nostro Paese. Abbiamo affrontato con lui, proprio questo tema, parlando, ovviamente, anche di Savoia.
Dove stai giocando, attualmente, Kevin?
Quest’estate sono stato ingaggiato dall’Hamrun Spartans, società maltese che milita nel campionato di Prima Divisione, corrispondente alla nostra serie A.
Come mai all’estero? Non hai trovato nessuna squadra in Italia, pronta a scommettere su di te?
No, e sinceramente non riesco a capacitarmi di tutto ciò. Dopo aver segnato 14 reti in 26 presenze con il Savoia e 10 in 25 gettoni di presenza con il Molfetta, in serie D, stagione durante cui, tra l’altro, ho realizzato anche dieci assist, nessuna squadra di categoria superiore si è’ fatta avanti per intavolare una trattativa. Ho aspettato fino alla fine dell’estate, poi è’ capitato di andare in vacanza a Malta e di conoscere l’allenatore dello Spartan, Giovanni Tedesco, anche lui italiano come me. Non ci hanno pensato due volte a propormi di giocare per loro, ed eccomi qua.
Siamo d’accordo con te, avresti meritato più di una chance…
In Italia, purtroppo, non c’è meritocrazia e vanno avanti solo i raccomandati. Dopo le ultime stagioni disputate a grandi livelli, cosa avrei dovuto fare più per salire di categoria? Ho appena 26 anni e ho già collezionato 200 presenze tra serie D ed Eccellenza. Ditemi voi se è’ normale che un calciatore giovane come me, non abbia diritto ad avere una possibilità nel suo Paese e sia costretto ad emigrare per provare a costruirsi un futuro migliore. L’unica chiamata che mi arrivo’ dalla Legapro, alcuni anni fa, fu quella del Potenza ma, volevano darmi due spiccioli e ho dovuto, così, rifiutare.
Che realtà hai trovato a Malta? Come è’, li’, il livello del campionato?
La massima serie dove io gioco e che corrisponde alla nostra serie A, è’ strutturata in questo modo; le prime due o tre squadre, corrispondono alle nostre squadre di serie B che lottano per i quartieri alti della classifica. Le altre, invece, equivalgono alle nostre compagini di Legapro. Chi conclude il campionato al primo posto, disputa i preliminari di Champions mentre le altre tre, quelli di Europa League. Il livello, è’ davvero ottimo; qui i calciatori sono molto forti fisicamente e sono anche in possesso di buone doti tecniche, e le squadre più forti, potrebbero tranquillamente giocare nella nostra serie cadetta, come vi ho già anticipato. La cosa, però, più bella, è’ che se sei bravo, puoi aspirare ad essere chiamato a giocare in una squadra famosa e gloriosa come per esempio il Valletta o il Floriana che corrispondono alla nostra Juventus. Se dimostri di valere, insomma, fai sicuramente carriera, mentre se non ci riesci, vai a lavorare perché vuol dire che questo mestiere non fa per te, cosa che invece non accade dalle nostre parti. Vi faccio un esempio: in serie D, al Bari, c’è, un mio amico, Simeri, un classe 93′ che a mio parere è’ fortissimo ma nonostante la giovane età e i tanti goal messi a segno in Legapro, non ha ricevuto alcuna chiamata dalla serie B ed è’ dovuto così ripartire dalla D. Se le cose non cambiano, in Italia, saremo sempre punto e a capo; se i giovani talentuosi e meritevoli non hanno la possibilità di potersi esprimere ad alti livelli, il nostro calcio non crescerà mai qualitativamente.
Ti sei ambientato subito, in una realtà così diversa come la nostra?
Si, non ho avuto difficoltà ad ambientarmi. Appena arrivato qui, ho subito esordito e nella partita successiva, ho anche siglato il primo goal . Poi mi sono infortunato, ma ora, sono quasi completamente guarito e domenica, dovrei ritornare in campo. Qui, se sei italiano, non è’ detto che hai il posto fisso in squadra, arrivi qui e giochi facilmente. Ce ne sono stati tanti, negli ultimi anni, che sono arrivati a Malta pensando che fosse facile imporsi ed invece, sono andati in panchina oppure, addirittura in tribuna. Tra l’altro, in una squadra, possono esserci massimo un totale di sette stranieri, ed in campo possono scenderne al massimo cinque. Un calciatore proveniente da un Paese europeo è’ considerato straniero perché Malta è’ una Nazione piccola; se pertanto, dunque, si equiparano i maltesi agli europei, si correrebbe il rischio che giochino soltanto stranieri. All’Hamrun, ho avuto la possibilità di capire che posso ancora dare tanto dal punto di vista professionale; sono riuscito subito ad integrarmi e a fare bene trovando un allenatore come Giovanni Tedesco, ex calciatore del nostro campionato che di calcio ne capisce e non,dunque,uno qualunque, il quale ha scommesso ad occhi chiusi su di me.
Segui ancora il Savoia?
Certo! Tra l’altro, ci gioca anche un mio amico, Cacace, un ottimo giocatore.So che sta disputando il girone H di serie D, un raggruppamento complicato che conosco molto bene, ma sono convinto che potrà fare bene e che alla lunga verrà fuori, nonostante le difficoltà incontrate all’inizio. A Torre Annunziata ho lasciato un grande ricordo nei tifosi e la cosa è’ reciproca; sono innamorato di loro e l’ho sempre detto. Mi hanno dedicato addirittura un coro, cosa che pochi calciatori hanno avuto l’onore di avere, forse negli ultimi anni soltanto Francesco Scarpa, nonostante quella stagione non andò come tutti ci aspettavamo. Per me questa piazza è’ sprecata serie D, meriterebbe senza dubbio la Legapro. Ci sono piazze, come per esempio la Paganese, che sono più in alto del Savoia ma che sono di gran lunga inferiori a quest’ultima, come attaccamento, passione e numero di tifosi allo stadio.
Ti piacerebbe ritornare, un giorno, a Torre Annunziata?
Si, senza dubbio, ma in categorie superiori. Dopo aver giocato tanti anni in Eccellenza e in serie D, vorrei avere finalmente l’opportunità’ di crescere professionalmente.
Un ultimo messaggio ai tuoi ex tifosi?
Li saluto con grande affetto, sperando un giorno, di poterli riabbracciare da vicino.